C’è tensione a Palazzo di Città per gli esiti della gara decennale per la raccolta dei rifiuti. Come è noto, su 19 aziende che hanno effettuato il sopralluogo, soltanto due hanno presentato una offerta di gara e quindi la scelta dovrà ricadere su una delle due partecipanti. La città di Brindisi, attraverso il sindaco Riccardo Rossi, ha già fatto sapere al massimo rappresentante dell’Agenzia regionale per la gestione dei rifiuti (Ager), Gianfranco Grandaliano, che il Comune di Brindisi è fortemente interessato a creare una “ARO” limitata al solo capoluogo e quindi staccandosi dagli altri cinque comuni (Mesagne, Sandonaci, Cellino San Marco, San Pietro Vernotico e Torchiarolo). Le differenze nell’effettuazione del servizio sono abissali e quindi è meglio stare da soli. Lo ha confermato proprio il primo cittadino nel corso della seduta del consiglio comunale. Rossi ha parlato anche della possibilità di effettuare il servizio “in house”, magari utilizzando la sua più grande società partecipata e cioè la Brindisi Multiservizi.
Al momento, però, si tratta di una semplice ipotesi, condizionata dalle decisioni che assumerà l’Ager.
Il bando di gara a cui hanno partecipato solo due aziende – così come ha ribadito in aula il consigliere di opposizione Roberto Cavalera, nascondeva e nasconde delle insidie, visto che il calcolo del costo del personale è stato fatto considerando il minimo salariale per i dipendenti, pur sapendo che a Brindisi (dai tempi della Slia) si applica anche un salario supplementare che rende incompatibile il canone mensile con i costi effettivi del servizio. Da qui la rinuncia alla partecipazione dell’attuale gestore del servizio (Ecotecnica), così come di altre grandi aziende di rilevanza regionale e nazionale.
Un buon motivo per riflettere sul da farsi, per evitare che Brindisi torni a sprofondare nei cumuli di rifiuti di qualche tempo addietro, cancellando l’importante traguardo della differenziata ben oltre il 50%.