A distanza di poco più di 12 anni dalla Legge Regionale n.26 del 09/08/2006, che all’ art.4 istituiva il Dipartimento Interaziendale Regionale per l’Allarme e l’Emergenza Sanitaria, da allora rimasta lettera morta, assistiamo con molta attenzione e senza pregiudizio alcuno, il dibattito in corso riguardo la istituzione della AREU, Azienda Regionale per l’Emergenza Urgenza, che si dovrebbe aggiungere alle sei ASL e le due Aziende Ospedaliere già presenti sul territorio regionale.
Abbiamo già espresso i nostri dubbi e perplessità, in sede di convocazione, al Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Dr. Ruscitti, gli stessi dubbi e perplessità esprimeremo in sede di audizione alla III^ Commissione sanità il prossimo 8 novembre.
Se è pur vero che è assolutamente necessario mettere ordine al mondo dell’associazionismo e del “finto” volontariato coinvolto direttamente nell’emergenza-urgenza, è anche vero che farlo istituendo una nuova azienda in cui inserire la fase extraospedaliera e solo una parte della fase intraospedaliera, cioè i pronto soccorso, comporterà, dal nostro punto di vista, notevoli problemi organizzativi oltre che tecnico-amministrativi e di economicità.
Se poi lo sguardo deve andare verso l’efficienza e l’efficacia della azione amministrativa, in questo caso della amministrazione salute, non è forse il dipartimento, inteso come l’insieme di unità operative omogenee, affini o complementari, che perseguono comuni finalità e sono quindi tra loro interdipendenti, pur mantenendo la propria autonomia e responsabilità professionali, al fine di dare risposte unitarie, tempestive, razionali e complete rispetto ai compiti assegnati, adottando regole condivise di comportamento assistenziale, didattico, di ricerca, etico, medico-legale ed economico, la giusta strada per perseguire questi obiettivi?
L’organizzazione dipartimentale, come recitano le stesse direttive del Ministero della Salute, oltre che le esperienze nazionali ed internazionali, “è il modello ordinario di gestione operativa delle attività a cui fare riferimento in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale con la finalità di assicurare la buona gestione amministrativa e finanziaria ed il governo clinico.
Il dipartimento costituisce l’ambito privilegiato nel quale poter contestualizzare le attività di Governo clinico nelle sue principali estensioni ovvero la misurazione degli esiti, la gestione del rischio clinico, l’adozione di linee-guida e protocolli diagnostico-terapeutici, la formazione continua, il coinvolgimento del paziente e l’informazione corretta e trasparente.”
In questo senso adottare il modello dipartimentale trova motivazione non soltanto nell’ottica di un vantaggio organizzativo e di conseguenza economico, ma, soprattutto, in quella di una complessiva elevazione dell’etica del sistema di cui gli elementi fondamentali sono rappresentati dal recupero di centralità del paziente all’interno dell’organizzazione e dalla valorizzazione di tutte le categorie professionali.
Ai posteri l’ardua sentenza.