Sabato 6 ottobre, alle 18.30, la scrittrice leccese Giovanna Politi presenterà il suo nuovo romanzo Io sono l’a-more, che a cinque mesi dall’uscita è già alla sua terza ristampa, presso la Caffetteria Letteraria Nervegna.
Il saluto della padrona di casa Francesca Romana aprirà la serata. L’autrice dialogherà con Daniela Leone (naturopata).
L’evento sarà animato da un cospicuo numero di alunni dell’Istituto Comprensivo Bozzano di Brindisi che si esibirà nel corso della serata in una performance sul tema della sordità (tema centrale del romanzo). Sarà presente Tiziana Liuzzi (interprete Lis) che tradurrà un brano interpretato da Antonia Gentile (attrice teatrale). Sarà presente anche il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo, Prof. Girolamo D’Errico.
Io sono l’a-more è il romanzo che educa a un nuovo “sentire” oltre l’udibile, la narrazione sensuale, passionale, ma anche dolorosa della natura umana in tutte le sue fragilità e in tutta la sua contraddittoria bellezza. L’essere umano, incoerente, sofferente, mortale, è salvato da una sola meraviglia che, a un tratto, irrompe e gli s’impone: l’a-more. Perché a-more significa: senza morte. Chi ha amato, anche solo per un solo istante, ha infatti sublimato la sua anima rendendola immortale. Livia, la protagonista, è una ragazza sorda dalla nascita che conduce il lettore nel suo mondo ovattato e silente, dove segnando con mani veloci come rondini in volo, condivide il suo mondo di donna-isola, il suo rapporto speciale con la mamma, quello magico con la nonna, quello rabbioso con un padre assente che poi recupera scoprendosi libera da ogni rancore, quello con la poesia che le esplode dentro servendovi dell’aria salmastra come vettore per ogni sua emozione. Livia che ama Lorenzo, l’amore infedele che si scontra con tutti i falsi perbenismi, ma che cede il passo, dopo la passione più incontrollata, al sentimento umano della compassione e del dono.
Io sono l’a-more è il romanzo che capovolge il tavolo, che cambia la direzione di ogni visione, che sconvolge le coscienze, che spappola la carne e irrora le arterie del cuore; è la traduzione di ogni sentimento umano perché lo sviscera e lo scompone per arrivare poi all’unica, possibile conclusione: solo l’amore salva.