D’ATTIS (F.I.): “BRINDISI E SUD ITALIA FUORI DALLA ‘VIA DELLA SETA’? GOVERNO FACCIA CHIAREZZA”

D’Attis (FI): “Brindisi e Sud Italia tagliati fuori dalla ‘Via della seta’? Governo faccia chiarezza”

Il deputato di Forza Italia presenta un’interrogazione parlamentare

“È impensabile che i porti del Mezzogiorno, a partire da Brindisi, siano tagliati fuori dalla ‘Via della seta’, così come ha annunciato pubblicamente il ministro Tria. E le rassicurazioni provenienti da altri esponenti governativi non diminuiscono le preoccupazioni. È fin troppo evidente che una visione comune delle cose non sia una priorità per il governo, ma a questo punto è necessario che si faccia chiarezza, dicendo chiaramente se Brindisi e gli altri porti del Sud saranno esclusi da uno dei più importanti e strategici progetti commerciali ed economici”.

Così Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia, annuncia la presentazione di un’interrogazione parlamentare con la quale chiede che sia chiarita la strategia del governo in merito all’individuazione dei terminal italiani del corridoio navale che collegherà la Cina all’Europa e all’Africa, alla luce dell’intervista rilasciata dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria e le successive dichiarazioni di altri esponenti dell’Esecutivo.

“Delle due l’una: o il governo è ai limiti della schizofrenia oppure qualcuno sta bluffando, e lo sta facendo giocando sul futuro dei porti del Mezzogiorno, Brindisi in primis. E dire – prosegue il deputato azzurro – che il porto pugliese potrebbe essere un terminal ideale per lo scalo dei container prima della loro distribuzione su altri territori. E a preoccupare c’è pure una questione più generale che riguarda la prossima revisione della rete dei trasporti transeuropea (Ten-T) per la quale ci aspettiamo che il governo convinca la Commissione europea a favorire i corridoi meridionali e a riportare nella mappa dei porti strategici quelli del Sud, come Brindisi e Catania. Confidiamo che il governo sia trasparente nei confronti dei cittadini del Mezzogiorno, ma le premesse non sono certo rassicuranti”, conclude D’Attis.

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