E’ stato presentato in Fiera del Levante dal dott. Giovanni Gorgoni, Direttore Generale dell’Agenzia Regionale strategica per la Salute ed il Sociale della Regione Puglia, il rapporto Agenas e Aress sulla “valutazione partecipata dell’umanizzazione nelle strutture di ricovero pugliesi.Tutti gli ospedali, pubblici e privati sono stati esaminati e il voto finale generale è positivo rispetto a quello di un anno fa: la media è di 6,9 su una scala da 1 a 10, rispetto al 5,8 del 2017. L’area tematica dove gli ospedali pugliesi raggiugono il voto complessivo più alto è quella dell’accessibilità, vivibilità e comfort: 7,4 rispetto al 6,6 dell’anno scorso; a seguire “accesso alle informazioni” (6,7); “cura della relazione con il paziente (6,7); e “processi assistenziali e organizzativi” (6,6). Mediamente, quindi, si può dire che gli ospedali sono finalmente a dimensione di paziente. Sono 59 le strutture esaminate pubbliche e private e se è vero che si è passati dalla mediocrità dello scorso anno, ad una sufficienza piena, la delusione arriva proprio dalle grandi strutture. I voti più alti sono per gli ospedali di Bari e Taranto, a seguire Lecce e Foggia mentre Brindisi si attesta al penultimo posto con un punteggio di 6.5 di poco avanti all’unica insufficienza rimediata dalle strutture della Bat. Le eccellenze regionali, con punteggi ben oltre l’8, sono l’ospedale San Paolo e la Clinica Santa Maria di Bari, a seguire la Casa Sollievo della sofferenza di S. Giovanni Rotondo, il San Camillo di Taranto e il Di Venere di Bari. L’ospedale Perrino di Brindisi, con un punteggio di 6.4 è stato superato dalla clinica Salus con un punteggio di 7.9. Insomma se è vero che c’è stato qualche progresso, è anche vero che a Brindisi c’è ancora tanto da fare, lo chiedono i pazienti a gran voce.