“Imparo ad apprendere in autonomia” è il titolo del laboratorio di mediazione dell’apprendimento che si è svolto a Brindisi, nei locali della cooperativa di rieducazione “Tuttinsieme” , nel corso di questa settimana. Sei i partecipanti, bambini della scuola primaria con disturbi specifici di apprendimento (DSA), che hanno avuto la l’opportunità di acquisire strategie di studio e di essere avviati all’uso autonomo di strumenti compensativi. La realizzazione del progetto è stata supportata dal contributo di CHEMGAS srl di Brindisi che, per il secondo anno consecutivo, ha mostrato grande sensibilità nei confronti delle tematiche per cui il laboratorio è stato concepito, rendendo gratuita la partecipazione allo stesso. Un altro contributo è arrivato anche dall’azienda FRARA preziosi di Squinzano. Referente del corso, la logopedista Carla Pignatelli che da anni riconosce l’utilità di questi eventi, alla luce del fatto che la “vita scolastica” di questi bambini risulti essere tutt’altro che facile. Secondo i dati presentati dal Miur in Italia, nell’anno scolastico 2016 – 2017, si stima che gli alunni con disturbi specifici di apprendimento frequentanti le scuole italiane sono stati circa 254.600 , pari al 2,9% del totale degli alunni. I DSA sono disturbi del neuro sviluppo che interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. Durante le scuole primarie è possibile effettuare fin da subito attività di potenziamento volte a modificare le funzioni coinvolte e a compensare le difficoltà. Per colmare il gap presente si procede anche con l’utilizzo di strumenti compensativi didattici o tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria, quali la sintesi vocale che converte la lettura in ascolto; programmi di videoscrittura con correttori ortografici e di costruzione di mappe concettuali. Il progetto punta proprio al miglioramento delle abilità di ragazzi affetti da DSA per facilitarli nei compiti scolastici ma anche nella vita di tutti i giorni. Iniziative come questa sono apprezzabili considerando il fatto che le famiglie, già gravate dai costi delle terapie, questa volta, grazie agli operatori del centro e alla sensibilità delle aziende che hanno contribuito, non hanno sborsato un centesimo e hanno offerto ai propri figli una ulteriore possibilità di crescita.