Torna la danza al Teatro Verdi di Brindisi. In scena «Il rumore dell’amore», uno spettacolo con le coreografie del danzatore brindisino Vito Alfarano, ispirato a due figure sublimi e tormentate come Paolo e Francesca e agli innamorati contemporanei. Appuntamento venerdì 23 marzo alle ore 20.30.
Uno spettacolo di danza innovativo, diverso ma soprattutto speciale, proprio perché fuori dagli schemi: è «Il rumore dell’amore», uno straordinario fuori programma per la stagione del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, in arrivo venerdì 23 marzo (ore 20.30), prodotto da «Fabula Saltica» di Rovigo e «AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica» di Brindisi. Lo spettacolo nasce da un’idea del brindisino Vito Alfarano, coreografo ospite e danzatore della compagnia «Fabula Saltica» diretta da Claudio Ronda, che nel 2006 ha iniziato a lavorare a un allestimento ispirato alla storia d’amore di Paolo e Francesca.
Quattro danzatori in scena, Vito Alfarano, Stefania Catarinella, Daniele Corsa e Federica Iacuzzi. L’innamoramento è il tema conduttore, con tutti i suoi “rumori”, a volte suoni delicatissimi, altre fragori tempestosi. Bufere simili a quelle in cui Paolo e Francesca, i due amanti condannati per il loro peccato alla dannazione eterna, sono costretti a muoversi nell’Inferno di Dante. La danza delle loro anime è commovente e si contrappone alla freddezza dei rumori delle carceri dove, dopo un laboratorio con i detenuti, sono state raccolte immagini, parole e canzoni. Ecco allora le storie degli innamorati contemporanei, siano essi detenuti o liberi. Ecco i danzatori che si mettono in gioco usando anche la parola. Delirio, vertigine, attesa, sofferenza, festa, raccontate con una musica a volte trascinante e a volte delicata, in esplosioni di energia che i danzatori mettono nei loro corpi. Il rumore dell’amore, nei suoi abissi di profondità e di animalità, senza filtri intellettuali, coinvolgerà profondamente gli innamorati e tutti coloro che almeno una volta sono stati innamorati.
Lo spettacolo è costruito a quadri, a volte autonomi, a volte collegati l’uno all’altro. I titoli dei quadri e il loro contenuto sono tratti dal libro «Frammenti di un discorso amoroso» di Roland Barthes. Gli innamorati a cui il coreografo Vito Alfarano e il regista Luigi Marangoni si sono ispirati sono Paolo e Francesca di Dante. Il laboratorio «Oltre i Confini», realizzato nel 2008 con i detenuti della Casa Circondariale di Rovigo, ha consentito di costruire un percorso attorno al tema dell’amore, dal quale è scaturita una vivida realtà affettiva dei detenuti: ognuno di loro ha un amore che li aspetta, il loro cuore è caldo e la lontananza è dura da sopportare, ma l’amore è la cosa più bella a cui pensare, una ragione di vita. I detenuti scrivono lettere, cantano, ballano e i loro volti si rilassano, sorridono, si commuovono e le loro mani applaudono le lacrime dei compagni che raccontano se stessi. Emergono sentimenti profondi che non riescono più a rimanere compressi: tutto in loro è pieno di sincerità. La sorpresa è che anche in carcere, nonostante il distacco, l’amore continui a essere una forza misteriosa che rende meravigliosa la vita di tutti gli uomini.
La produzione ha così deciso di dare voce a queste donne e a questi uomini, troppo spesso confusi dal senso comune con una sottospecie umana, con il termine generico di criminali. Le loro voci scaldano lo spettacolo mentre tutti i danzatori rappresentano un solo personaggio: l’innamorato colto “in situazione” nei diversi quadri, tra cui: Rapimento, Eternità, Assenza, Voler prendere, Dipendenza. È un modo diverso di concepire la danza, che si fonde con il teatro e con il sociale. Un coreografo e un regista, un videomaker, Alessandro Gasperotto, e danzatori-attori per uno spettacolo dedicato a tutti gli innamorati e chi vorrebbe esserlo. Le musiche sono di autori vari e originali di Paolo Zambelli, realizzate con la collaborazione degli allievi della classe di musica d’uso del Conservatorio «Francesco Venezze» di Rovigo. Costumi e oggetti a cura di Elena Frigato.
Il passo a due su Paolo e Francesca contenuto nello spettacolo ha vinto il Granprix al «IV International Sergei Diaghilev Competition of Choreographic Art» in Polonia nel dicembre 2009. Vito Alfarano è stato premiato dall’étoile presidente di giuria Vladimir Malakhov.
Produzione
Progetto prodotto dall’«Associazione Balletto città di Rovigo», compagnia «Fabula Saltica» in collaborazione con la «AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica». Realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Veneto ARCO Danza, in collaborazione con Comune di Rovigo Assessorato alla Cultura in coproduzione con Ente Rovigo Festival.
Scarica QUI il video promo dello spettacolo.
Si comincia alle ore 20.30
Durata spettacolo: un’ora e 15 minuti
Prezzi: intero 15 €; ridotto 10 € (scuole di danza, associazioni, under 25, over 65); bambini fino a 12 anni 6€
Biglietteria online www.vivaticket.it
Tel. (0831) 562 554 – 229 230