Ecco la nota della Uilm:
Non avremmo mai voluto scrivere questo comunicato, per il semplice buon gusto che deve essere alla base dei rapporti tra Organizzazioni sindacali, ma siccome qualcuno vuol far passare una verità inesistente o addirittura accaparrarsi meriti non propri, ci corre l’obbligo di puntualizzare i fatti salienti che hanno caratterizzato l’intera vicenda e che riguarda 225 famiglie di lavoratrici e lavoratori: la più importante vertenza sindacale degli ultimi anni a Brindisi.
La DCM srl è un’azienda del gruppo Dema SpA e dopo essersi aggiudicata all’asta la GSE ha da subito comunicato che aveva predisposto un piano per l’acquisizione denominato DRaGo, il piano prevedeva che 106 dipendenti dopo l’atto notarile, sarebbero transitati in Dar Srl (altra azienda del gruppo Dema), mentre i restanti 119 sarebbero rimasti in DCM per 24 mesi in cassa integrazione, rendendoli, “tranne qualcuno” esuberi strutturali per poi capitolare nei processi di disoccupazione, considerando anche che la DCM (per dichiarazione del suo amministratore) sarebbe stata messa in liquidazione.
Da subito era chiaro che il piano DRaGo era un piano dal punto di vista industriale, ineccepibile, cioè ben studiato ma a nostro avviso non considerava quello per cui ogni dipendente era disposto a lottare cioè il diritto al lavoro.
Fin da subito le Organizzazioni Sindacali manifestarono le loro posizioni che vedevano Fim, Fiom, Ugl e Fismic favorevoli al piano aziendale (con esubero compreso)già alla prima seduta di presentazione, la Uilm il Cobas e tutta la RSU invece, in quella di Bari, chiesero maggior tempo per approfondimenti e comunque la possibilità di discuterne in assemblea (tempio della democrazia sindacale).
Dopo attente analisi intrise di responsabilità verso TUTTE LE FAMIGLIE (225)e sempre consci, consapevoli e assolutamente certi dei sacrifici compiuti da tantissimi colleghi che tra il carbonio e solventi ci hanno anche lasciato la vita.
La RSU insieme al cuore pulsante della fabbrica (dipendenti) ha deciso quasi all’unanimità che non era giusto verso i colleghi che avevano solo una colpa quella di essere impiegati!
Con la Uilm si sono schierati la quasi totalità dei 225 dipendenti e non per una questione di tessere sindacali, ma per uno spirito solidale e unitario tra colleghi, i dipendenti in assemblea dopo aver ascoltato le posizioni hanno detto: o tutti dentro o tutti fuori, si possono vendere le aziende, ma non la dignità dei lavoratori.
E’ opportuno inoltre far sapere che durante tutti gli incontri in regione le Organizzazioni sindacali di Fim, Fiom, Ugl e Fismic hanno fatto scena muta e incontri ce ne sono stati parecchi!!!
Qualunque siano le tesi contrarie a questo comunicato, basta consultare i lavoratori GSE sempre presenti ad ogni tipo di discussione e assemblea 4 in 10 giorni.
A margine di questo si deve sottolineare come i lavoratori, che hanno costantemente partecipato alle assemblee, sono stati al fianco della Uilm e che oggi si può sostenere che sono salvi 225 posti di lavoro, anche quelli che sapevano di essere “prediletti”. Ha prevalso la linea del buon sindacato: la Uilm.
Segreteria Uilm Brindisi