Il dato di partenza è che per decenni, in questa città, l’unico obiettivo è stato quello di recepire ogni finanziamento possibile per aprire cantieri e per consentire ai tecnici degli enti pubblici di accedere agli incentivi per la “progettazione interna”. E poco importava se poi le opere pubbliche servissero a ben poco o addirittura non si sapesse a cosa destinarle.
Il Comune di Brindisi non è stato da meno rispetto ad altri enti e gli sprechi sono ben visibili agli occhi di tutti. Ma la cosa grave è quando si persevera in comportamenti davvero incomprensibili. E’ il caso, ad esempio, di Masseria Villanova. Nel 2013 fu liberata dalla presenza di abusivi e annessa al patrimonio comunale. Dopo di che si spese tanto denaro pubblico per ristrutturarla, in maniera tale da poterla utilizzare come centro visite del vicino Parco regionale delle Saline di Punta della Contessa, a ridosso della zona industriale di Brindisi. Lavori completati alla fine del 2015, ma nessuno si è mai preoccupato, all’interno della struttura comunale, di prevedere un immediato utilizzo della struttura e, nel frattempo, di stabilire turni di guardiania. La conseguenza è che adesso la Masseria si trova nuovamente in uno stato di totale abbandono. E il Comune che fa? Stanzia altri 150.000 euro, provenienti dal mutuo di due milioni di euro stipulato per il palasport e poi frantumato in tanti piccoli interventi, per il ripristino delle finiture e per gli arredi. Pazzesco, soprattutto se si considera che negli atti ufficiali del Comune non c’è traccia di una avvenuta gara d’appalto per la gestione e per la guardiania dell’immobile (situato in aperta campagna). C’è il rischio, più che concreto, che si proceda con il restauro per poi consegnarlo nuovamente alle bande di ladri e teppisti che imperversano in città. Il commissario prefettizio Santi Giuffrè ha firmato la delibera di Giunta (221/2017) per dare il via libera ai lavori, ma forse non è a conoscenza dell’andazzo in vigore in questa città. E la politica, una volta tanto, davvero non c’entra…