ON. CIRACÌ: UN ERRORE LA NUOVA CLASSIFICAZIONE DELLE SALE DA GIOCO


“Tutelare la concorrenza del mercato nel settore del gioco, evitando una situazione di oligopolio con la creazione di sale certificate unicamente da parte delle maggiori multinazionali del gaming, secondo quanto previsto dallo schema di decreto di riparto per il Fondo per il gioco d’azzardo patologico”. E’ questo il contenuto dell’interrogazione parlamentare presentata al Ministro della salute e al Ministro dell’economia e delle finanze dall’on. Nicola Ciracì e dall’on. Benedetto Fucci, dei Conservatori e Riformisti. “Vorremmo sapere se i ministri siano consapevoli che dando seguito alla proposta del Governo si pregiudicano i progressi compiuti sino a qui in materia di prevenzione e contrasto alle ludopatia”, spiegano in una nota i deputati Cor. “Lo schema governativo intenderebbe infatti suddividere i luoghi autorizzati in due classi, A e B, con la conseguenza che solo le sale ricomprese all’interno di una delle due categorie saranno sottoposte ai limiti imposti dalle leggi regionali e comunali in materia. La ludopatia è un fenomeno che conta in Italia 790.000 dipendenti e 1.750.000 giocatori a rischio patologia, con maggiore pericolo tra i minorenni. Non si scherza con questi numeri. Il provvedimento, se approvato, avrebbe conseguenze disastrose. Se non ricordiamo male, nella persona del Sottosegretario Baretta, il Governo ha dichiarato che entro il 2017 intende ridurre del 30% il numero delle slot nei locali pubblici, come bar e tabacchi. Ma la situazione è paradossale, perché qualora passasse lo schema previsto dal Ministero della Salute, tali esercizi potrebbero non esser sottoposti alla normativa regionale in materia di distanze dai luoghi sensibili. Accanto ad essi nascerebbero potenzialmente migliaia di sale certificate di tipo A, in maniera del tutto indisturbata, col rischio di vedere ricompresi nella categoria non pericolosa esercizi in cui si rende possibile distruggere col gioco la vita dei cittadini esattamente al pari delle sale slot”, concludono Ciracì e Fucci.

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