SINDACATI, COMUNICATO UNITARIO A 40 ANNI DALLA SCIAGURA DEL PETROLCHIMICO

Meglio tardi che mai si usa dire, peccato però che tutte le volte che si scrive sul Petrolchimico lo si fa per demonizzare o dare una visione distorta rispetto alla realtà, ora siamo addirittura ad utilizzare una tragedia indelebile per le famiglie delle Vittime, per la Città e soprattutto per gli unici che ne portano il ricordo quotidianamente dentro, i Lavoratori e i loro Sindacati, per strumentalizzare e brutalizzare lo Stabilimento di Brindisi, e quindi crediamo sia un atto davvero vile e di basso livello. Condividiamo la visione di qualcuno dell’assenza ormai ultraventennale di una classe politica e soprattutto amministrativa in grado di governare il nostro territorio, che sia capace davvero di programmare e determinare uno sviluppo congruo e possibile, con le potenzialità presenti ma volutamente inespresse, o soffocate. Figuriamoci se in grado di Ricordare e Onorare chi per Lavoro ha perso Tutto! Solo un timido tentativo, dell’Amministrazione Consales, di intitolare via Enrico Fermi (Zona Industriale) ai nostri Colleghi deceduti la notte tra il 7 e il 8 dicembre 1977, finito anch’esso nel buio più totale dopo aver ricevuto la passarella mediatica del giorno! Come Segreterie Territoriali della Categoria dei Chimici, ma soprattutto come Colleghi delle Vittime e Dipendenti del Petrolchimico di Brindisi abbiamo sempre celebrato la data del 8 Dicembre, da 40 anni ! (non soltanto quest’anno). Tale data, tra l’altro l’unica in cui sé avvenuto un incidente rilevante in quasi sessant’anni di storia del Petrolchimico, oltre a ricordare ad ognuno di noi la scomparsa prematura di 3 nostri Colleghi, rappresenta la data della Consapevolezza. Consapevolezza dell’importanza vitale che rappresenta, investire soprattutto sulla Sicurezza, sull’Ambiente e sulla Salute, perché solo così si è potuto andare avanti. Infatti già da quella notte in cui Tutti i Colleghi allora presenti in azienda, quelli chiamati ad intervenire partendo dalle proprie abitazioni, oltre alla squadra di emergenza interna e per finire al supporto indispensabile dei Vigili del Fuoco Provinciali, ci si è adoperati senza tregua affinché i danni, di ogni genere, fossero limitati garantendo la Sicurezza dei Lavoratori, dell’Ambiente, della Cittadinanza e per ultimo anche degli Impianti. Sfortunatamente purtroppo però 3 nostri Colleghi non ce l’hanno fatta, e a Loro come ai loro famigliari va espresso cordoglio, vicinanza e memoria, e mai strumentalizzazione. E così da quel giorno la nostra azione, sinergicamente a quella dell’allora classe politica e a quella dell’Azienda ha permesso lo sviluppo di un percorso che oggi ci consente di lavorare su impianti nuovi, tecnologicamente avanzati e con i massimi standard di Sicurezza, a partire dal Cracking, della Versalis, il più nuovo, sicuro ed efficiente di Europa. Certo un prezzo è stato pagato lungo questo percorso (sono stati chiusi diversi impianti, all’epoca nello stabilimento ne esistevano 71, e ridotto drasticamente la presenza occupazionale). Oggi però, anzi da vent’anni circa, possiamo orgogliosamente evidenziare che lo Stabilimento Petrolchimico di Brindisi è il più innovativo e ambientalmente compatibile d’Italia reso ancora più sicuro grazie al fondamentale supporto dei dipendenti che hanno acquisito una notevole professionalità impiantistica. Checchè se ne voglia dire!!! Certo, si può sempre far meglio …. E ci impegneremo per questo!

Ritornando alla commemorazione di quella nefasta notte, vogliamo ribadire che puntualmente, ogni anno, in occasione della festività di Santa Barbara, viene celebrata dall’Arcivescovo di Brindisi e Ostuni una Santa Messa all’interno dello stabilimento in memoria anche delle vittime, con relativa benedizione del monumento votivo, così come è avvenuto anche ieri. Ogni anno viene poi svolto un torneo di Calcio in memoria delle Vittime con la finale giocata l’ 8 dicembre. In queste occasioni puntualmente vengono invitate a partecipare le Istituzioni e le testate giornalistiche, oltre a quanti interessati, ma puntualmente non si presenta nessuno. Evidentemente agli onori della cronaca non conviene diffondere notizie di positività espresse dal Petrolchimico, non lo si ritiene opportunistico e in linea con la voglia di demonizzare e strumentalizzare a cui tali soggetti ci hanno abituato. Va ulteriormente chiarito, onde evitare false interpretazioni che da tempo ormai stanno tracciando un solco teso a dividere chi lavora nello stabilimento e chi invece ha deciso di non volerlo più, che già a partire da quella maledetta notte, nonostante il grande danno subito, non vi furono grandi quantitativi di sostanze tossiche immesse nell’atmosfera, ma sostanze altamente infiammabili, e grazie al pronto intervento dei tecnici il resto delle produzioni furono prontamente fermate e messe in sicurezza. Ovvio che nell’immediato di quella notte, con un evento così drammatico, ci fossero ripercussioni sull’ambiente, ma è alquanto eccessivo ed assurdo paragonare Brindisi a Seveso. Sarebbe opportuno approfondire meglio le questioni prima di procurare allarmismi esagerati! Inoltre gli unici seriamente preoccupati sulle sorti dello Stabilimento, non solo sotto i profili occupazionali, ma soprattutto su temi quali Salute, Sicurezza ed Ambiente relativa agli impianti industriali, da sempre sono state le Organizzazioni Sindacali, che attraverso l’incessante confronto con le Aziende, spesso sconosciuto e non apprezzato all’esterno, ha fatto si che gli attuali ottimi livelli di qualità della vita in fabbrica fossero raggiunti e continuamente migliorati. Basti pensare che nel più assurdo silenzio delle Istituzioni, Brindisi da tempo è stata privata anche della Medicina del Lavoro, ottenuta negli anni che furono dalle richieste sindacali, a dimostrazione che della Salute dei Lavoratori di Brindisi ai più poco o nulla è mai interessato, tranne che per facili proclami populisti lanciati opportunamente per campagne elettorali! Altro chiarimento va fatto sul tema delle Organizzazioni Sindacali che vengono continuamente tacciate di essere vittime di ricatto occupazionale; orbene non si può prima da un lato osannare una vecchia classe politica passata in grado di portare Brindisi ai massimi fasti grazie alla presenza del più grande stabilimento petrolchimico del sud Italia e poi successivamente demonizzare tale realtà o soprattutto confondere scambi politici per la realizzazione di altre iniziative industriali, che nulla hanno a che vedere con il Petrolchimico se non per aver recuperato parte della forza lavoro fuoriuscita, grazie ad accordi sindacali . Quanto richiesto ed ottenuto dalla Organizzazioni Sindacali, coadiuvati dall’allora Politica, dove ci si muoveva facendo squadra per creare sviluppo ed opportunità per questo territorio, è stato quello di mantenere vivo tale insediamento, a cominciare dalla ricostruzione dell’Impianto clou, il Cracking, utilizzando le migliori tecnologie per renderlo più efficiente e soprattutto compatibile dal punto di vista della Sicurezza, Salute ed Ambiente. Purtroppo però, la storia di Brindisi segnata da un’assenza di classe politica all’altezza e capace, ci ha consegnato un periodo di presenze di poco conto che per volontà di pochi, benpensanti, moralisti e perbenisti, in grado di contare poco o nulla, ma di urlare tanto, messi al centro dell’attenzione dei Media Locali (chissà perché?), ha consentito che nel nostro territorio ed

anche nel Petrolchimico avvenissero continui scippi produttivi, ostacolati solo dai Lavoratori e dai loro Rappresentanti. Peccato che lo sviluppo, invocato dalle OOSS, non l’ha mai proposto nessuno, contrariamente alle occasioni perdute, forse per sempre. Infatti, le poche attenzioni rivolte alle realtà industriali, dai politici ed amministratori, se così si possono definire, degli ultimi periodi, sono rivolte soltanto per interessi personali che spaziano dall’utilizzo dei dipendenti come bacino elettorale, ai ricatti occupazionali a fronte di autorizzazioni o accondiscendenze sugli investimenti delle Aziende, al business degli appalti, ignorando volutamente l’importanza sociale ed economica delle poche realtà virtuose del territorio, anzi dichiarando apertamente guerra in ragione di un Ambientalismo cinico, bieco e fine a se stesso pur di distrarre l’attenzione dai reali problemi della Città. Nonostante tutto, oggi siamo orgogliosi di rappresentare i Lavoratori delle più grandi aziende italiana e al mondo, tra le quali: Versalis, Lyondellbasell, oltre al Gruppo Eni con Enipower, Syndial, Brindisi Servizi Generali e Chemgas. Aziende che nonostante il clima sfavorevole mantengono le produzioni in essere, investono e garantiscono oltre all’occupazione, anche i massimi livelli di efficienza e sicurezza, portando lo stabilimento petrolchimico di Brindisi ai vertici della classifica degli stabilimenti integrati ed indispensabili italiani. Per queste ragioni è corretto, a distanza di 40 anni dalla sciagurata notte che ha determinato un ridimensionamento del Petrolchimico ed il conseguente cambiamento socio economico dell’intera provincia brindisina, che l’intera società brindisina, politica, amministrazione, parti sociali e imprese, facciano un salto di qualità e trovino gente capace di fare sintesi e ricercare un punto d’incontro per fare squadra ed affrontare in modo sereno, scientifico e svincolato da interessi di parte, una discussione concreta su come programmare e sviluppare il futuro del nostro territorio. Lo si deve fare perché Brindisi e i brindisini lo meritano, per rispetto a chi ha portato Brindisi ai fasti di economia e politica nazionale, a chi a Brindisi ha deciso di continuare a produrre ed investire, a chi a Brindisi lavora e determina buona parte del Pil del territorio, ma soprattutto a chi, oltre ai Tre nostri colleghi del 1977, ha perso e continua a perdere la Vita nell’esercizio del Diritto di Lavorare.

Noi OOSS, proprio in memoria di quanto accaduto il 7 dicembre del 1977, siamo pronti a collaborare e proporre idee, come abbiamo sempre fatto, nell’intento di far superare a Brindisi l’appellativo della Città dalle occasioni perse.

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