Il geologo Franco Magno ha scritto e inviato una nota in cui vuole evidenziare un personale punto di vista riguardo a una recente discussione scaturita a seguito della dichiarazione in cui si definisce Brindisi “Area ad elevato rischio di crisi ambientale” e che, secondo la norma istitutiva, è decaduta per decorrenza dei termini.
Il geologo sostiene, anzi, che la decorrenza dei termini giuridici non vuol significare che “si è fuori” dal “rischio di crisi ambientale“, ma il contrario e che le norme successive ne hanno definito i termini della “crisi” esistente e non più a rischio.
Ecco la nota per esteso:
“Assisto e, mio malgrado, partecipo pure ed anche vivacemente, (comunque e sempre nel rispetto dei ruoli), al dotto esercizio sviluppato circa la posizione di Brindisi nelle varie graduatorie nazionali, relative alla così detta “qualità della vita”.
Ammetto, da brindisino verace ed ancorato a questa terra, di essere fortemente mortificato, quasi offeso, per come ed inarrestabilmente si continua a precipitare, non tanto nelle richiamate graduatorie, quanto nella convinzione che queste inducono a chi le legge, prefigurando un pessimo “quadro” rappresentativo della città.
Nell’attenta lettura dei vari commentatori intervistati, non rilevo novità salienti rispetto a quelli riportati, dagli stessi, negli anni precedenti; il tutto appare come una filastrocca, ormai recitata per sfinimento, da coloro che da lustri si esercitano a disquisire di graduatorie e di possibili soluzioni migliorative ma che, in fondo, hanno prodotto ben poco.
Ora, fuor da ogni sterile polemica, devo necessariamente evidenziare che non si è capaci di coagulare, in un “Piano d’azione”, alcune buone indicazioni rivenienti dai rappresentanti delle parti sociali ed alcune, altrettanto buone e realistiche, rivenienti dal comparto imprenditoriale.
E’ indubbio che le sostanziali incapacità della politica degli ultimi 15 anni ha, sempre più, aggravato la situazione, sia della qualità della vita cittadina che, ancor più, dell’apparato industriale. Incapacità politica riflessa nella fase di programmazione, in quella di ricerca delle soluzioni e degli strumenti, oltre che di verifica d’impatto; tutte prerogative che la “politica” ha demandato ai funzionari, burocrati dei vari Enti locali, limitandosi ad un’interpretazione del tutto personalistica della funzione del “servizio comune”.
A Brindisi è molto in voga l’esercizio della ricerca del “capro espiatorio” che, per lo più, è sviluppato per nascondere proprie negligenze, errori, incapacità di gestione della cosa pubblica, mancanza di conoscenza, ecc.; personalmente non mi esercito in tale ignobile pratica ma cerco sempre di fornire risposte razionali e credibili.
Attribuendo buona parte delle responsabilità dei danni prodotti e delle relative classifiche all’apparato burocratico degli Enti gestiti dalla “politica”, non intendo assolutamente fare di tutta l’erba un fascio, riconoscendo le eccellenze che vi risiedono, ma non posso disconoscere che questo apparato presenta “lacune” che vanno sanate e che costituiscono un reale danno per i vari settori nei quali operano. In questi Enti, come dice il consulente di Confindustria, servono “competenze” che opportunamente stimolate dalla “politica”, siano da sprone, da volano, per quello “sviluppo possibile” ed ambientalmente compatibile che è uno degli obiettivi primari da raggiungere .
L’esempio della “Dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale” è uno dei più calcanti e va citato e denunciato in quanto è utilizzato in maniera del tutto impropria ed in funzione della “simpatia” di chi ha l’ardire di presentare progetti di sviluppo.
Ebbene, mi assumo tutta la responsabilità nell’affermare, salvo smentita, che la “Dichiara-zione di area ad elevato rischio di crisi ambientale” emanata per il territorio di Brindisi non è più vigente; è DECADUTA per decorrenza dei termini giuridici. Infatti, la “Dichiarazione” è stata emanata a seguito dell’art. 74 del D.Lgs 112/1998 che al comma 3 riporta: “3. Sulla base dell’individuazione di cui al comma 2, le regioni dichiarano tali aree di elevato rischio di crisi ambientale. La dichiarazione ha validità per un periodo di cinque anni ed è rinnovabile una sola volta.”
Ebbene la Regione Puglia, a seguito del DPR 112/1998, solo con la L.R. n. 6/2008 conferma per Brindisi e Taranto la “Dichiarazione” di area a rischio.
La Regione Puglia non ha mai più confermato, entro i 5 anni previsti dall’art 74, comma 3 del DPR 112/1998, la “Dichiarazione di Area a rischio ambientale” oltre la LR 6/2008, per cui, essendo trascorsi ben 9 anni dalla LR n.6/ 2008, la stessa è DECADUTA PER DECORRENZA DEI TERMINI GIURIDICI.
Ciò non vuol assolutamente significare che non si deve tenere nel giusto conto l’impronta ecologica prodotta da un progetto e/o da un Piano, il contrario; la situazione ambientale e sanitaria subita, impongono il massimo dell’attenzione nella verifica delle varie “compatibilità”.
Altresì, però, gli Enti preposti non possono continuare ad imporre alle aziende, ancor più quelle agricole, la riduzione del 30% delle previsioni progettuali per essere stato il territorio di Brindisi, nella sua interezza, dichiarato “Area a rischio di crisi ambientale” .
Verrebbe voglia di verificare se la riduzione del 30%, come previsto dal DPR 12/04/1996 art. 1, comma 7, è stata anche applicata alla SFIR, alla TAP, alla A2A, ecc. e non solo alle piccole aziende, ancor più se agricole, costrette a soggiacere alle volontà fantasiose ed a volte artate dell’apparato burocratico, non tutto, per carità, ma solo quello poco diligente e competente.
Invece di venire incontro alle iniziative imprenditoriali ambientalmente poco incidenti, non si fa altro che registrare ritardi assurdi, non compatibili con le tempistiche normative e richieste del tutto ultronee rispetto alle norme vigenti.
Va bene tutto quanto riportato nei vari commenti alle “classifiche”, ma urge intervenire subito nell’apparato burocratico, premiando i meritevoli ma, al contempo, redarguendo pesantemente chi non opera secondo gli indirizzi e le norme e che fra l’altro, ritiene di essere intoccabile….. tanto paga sempre, per metafora, “pantalone” e quindi noi cittadini .
E’ perfettamente inutile continuare a girare intorno al problema, Brindisi continuerà a scendere nelle varie classifiche se non s’interviene subito sulla responsabilità degli Enti preposti a far attuare le iniziative che vengono dal mondo lavorativo e dal sociale e che vengono stroncate da chi, nella sostanza, non ha nessun interesse alla crescita e sa che pagherà mai di tasca propria!!”
prof. dott. Francesco Magno