POLITICA – LE TANTE CONTRADDIZIONI DI CHI A BRINDISI INVOCA IL CAMBIAMENTO…

(m.c.) – Diciamo la verità: è da una vita che ci piangiamo addosso, attribuendo l’incapacità di Brindisi di decollare al fatto che da noi manca una sede universitaria e quindi i “cervelli” fuggono via, con il conseguente impoverimento culturale e sociale.

Niente di più falso! In tantissime altre città d’Italia manca una sede universitaria, ma poi i giovani tornano e realizzano nuove idee imprenditoriali, qualificano la pubblica amministrazione, creano studi professionali di eccellenza o contribuiscono a rendere estremamente competitiva l’offerta sanitaria.

Il problema di Brindisi è stato ed è un altro. I nostri giovani ottengono grandi successi durante il percorso universitario e poi vorrebbero anche tornare, ma qui da decenni trovano degli autentici sbarramenti.

Una classe politica miope e quindi per nulla lungimirante (senza distinzione tra destra e sinistra) ha sbarrato la strada a tutti. Da decenni si nominano primari ospedalieri incapaci, per il sol fatto di essere parenti di qualcuno o perché in possesso di una tessera di partito. Nella pubblica amministrazione sono stati scelti dirigenti incapaci e affamati, che avevano solo il merito di dire “signorsi” al padrone di turno. Le cooperative che gestiscono i servizi sociali sono stracolme di “cognomi noti”, mentre tra i liberi professionisti sono cresciuti prevalentemente i commercialisti e i consulenti che riuscivano a risolvere i problemi grazie ad agganci negli uffici pubblici. E quante volte avete sentito dire che per ottenere una autorizzazione negli uffici tecnici bisogna andare da quel determinato ingegnere, o architetto o geometra?

E non è tutto: fino a quando è giunta la liberalizzazione è stata una impresa anche aprire un negozio. Le commissioni volutamente non si riunivano mai e i permessi non venivano concessi. Un modo  per costringere la gente a comprare le licenze.

A fronte di tutto questo, il ritorno a casa dei nostri giovani è diventato una impresa. Ed il nostro territorio si è impoverito.

Oggi sono in tanti a chiedere un cambiamento, partendo da un dato: niente spazio per chi ha fatto parte delle ultime due Amministrazioni. Occorre aria nuova….si dice. Già, ma chi fa queste richieste? Avete visto che gente?

Si tratta proprio di personaggi che – chi più, chi meno – hanno contribuito a creare lo sbarramento reale alla crescita di questa città. Già, molti di loro hanno fatto nominare primari, fatto crescere aziende “amiche”, fatto assumere decine di persone nelle cooperative e nelle società partecipate, assunto dirigenti e funzionari comunali e fatto arricchire studi professionali. Oggi provano a ricostruirsi una verginità chiedendo discontinuità rispetto al passato. Una discontinuità che non deve andare oltre gli ultimi due governi cittadini.

Ritengono di poter inculcare alla gente un concetto strampalato, e cioè che prima degli ultimi due sindaci ci sono stati solo santi, che tutto è andato per il meglio per 30 anni, mentre i guasti sono attribuibili solo agli ultimi cinque.

Ecco, quando sentite parlare di rinnovamento fermatevi un attimo a riflettere: c’è chi ha chiuso davvero con la politica (anche in attesa di un riscatto umano e personale) e chi, invece, si ripresenta sotto mentite spoglie. Ed a Palazzo di Città sono in tanti ad aspettare che questi personaggi tornino al potere. Del resto, se si trovano in quei posti è proprio grazie a loro…

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