Il Comitato No Tap della Provincia di Brindisi invita associazioni, movimenti e cittadini a partecipare ad una riunione Venerdì 3 Novembre alle ore 18,00 presso la sede Cobas di via Appia , 64 a Brindisi per preparare insieme il sit-in programmato per il 9 Novembre in Piazza Matteotti , di fronte al Comune di Brindisi. L’obiettivo della riunione e del successivo sit-in è quello di allargare l’opposizione a questa scelta scellerata di mera speculazione economica e affermare la contrarietà della città alle personali decisioni del Commissario Santi Giuffrè , prese pur in presenza di decisioni precedenti del Consiglio Comunale contrari comunque all’ipotesi di un arrivo a Brindisi del gasdotto Tap. Questa opera (Trans Adriatic Pipeline) parte dall’ Azerbaijan, attraversa Georgia, Turchia, Grecia e Albania e l’ approdo è previsto nella marina di Melendugno. Successivamente il gasdotto , dopo aver attraversato le province di Lecce e Brindisi, si congiungerà alla rete della Snam in contrada Matagliola tra Brindisi e Mesagne. La paventata costruzione di un’ opera inutile e dannosa, fortemente impattante sia dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista economico- sociale, è stata dimostrata essere figlia solo di una speculazione economica in prospettiva di fare diventare l’Italia un incertissimo hub europeo del gas. In caso di mancato utilizzo del gas ci sono le Assicurazioni di Stato , come la Sace ed altre , che coprirebbero i mancati guadagni. Come è già accaduto per l’off-shore di Livorno, dove i contribuenti italiani stanno pagando il fatto che da lì non è passato un metro cubo di gas. Un’opera faraonica dal valore complessivo di circa 45 miliardi di dollari che dovrebbe far destare non poche riflessioni di opportunità in senso economico, politico e geopolitico visto che lo stesso gasdotto parte dall’Azerbaijan del presidente dittatore Aliyev, nazione inserita ai primi posti della black list di Amnesty International per la violazione dei diritti umani e attraversa, con il TANAP (Trans Anatolian Pipeline), la Turchia che non brilla sicuramente per democrazia e per stabilità politica visto che il suo presidente e dittatore Erdogan sta esasperando la repressione sui suoi oppositori dopo il finto colpo di stato del 15 luglio 2016 e contro la minoranza curda creando le condizioni concrete di scatenare una guerra civile interna. Tuttavia sono numerose le inchieste giornalistiche che hanno dimostrato nei fatti cosa c’è in realtà dietro l’ affaire TAP. Solo a Brindisi non ci si accorge di nulla e Confindustria ha organizzato un incontro con rappresentanti del Governo Azero per stabilire occasioni di opportunità per le imprese locali. Anni fa i cittadini Brindisini e della provincia di Brindisi rifiutarono la installazione di un rigassificatore nel porto, a ridosso della città e in aggiunta ad altri impianti ad altissimo rischio di incidente rilevante e anche perché l’Italia aveva già gas a sufficienza; immaginiamo adesso con i consumi crollati miseramente. I movimenti NO TAP salentini insieme al Comitato NO TAP hanno sempre rifiutato l’ ipotesi avanzata da qualche politico benpensante ovvero dello spostamento dell’approdo da San Foca a Brindisi, già area in forte sofferenza dal punto di vista ambientale, della salute, sociale ed economico, in cambio della riconversione a gas della centrale a carbone di Cerano. È pura fantasia la possibilità di riconvertire la centrale a carbone di Cerano da carbone a gas, vuoi per il costo dell’investimento e vuoi per il basso rendimento energetico ottenuto da tale operazione. Si tratterebbe in realtà di costruire una turbogas ex novo ; ma sono decine le centrali turbogas in tutta Italia oggi ad essere ferme causa sovrapproduzione energetica, dovuta al processo di privatizzazione e liberalizzazione del mercato elettrico. Lo stesso amministratore delegato dell’Enel, Starace, ha affermato che il futuro della società elettrica è legato unicamente alle rinnovabili. La proposta del presidente della regione Puglia di spostare l’approdo TAP da Melendugno a Brindisi è assolutamente irricevibile , con la aggravante che nelle sue dichiarazioni, il presidente Emiliano, parla di Brindisi come un territorio già fregato. Nonostante la grande opposizione al Tap la arroganza della società e dello Stato Italiano si sta palesando sempre più ; sono di questi giorni gli interventi di potatura sugli ulivi previsti sul tracciato ,in attesa di essere espiantati ,fatti senza alcuna autorizzazione. Vogliono trasformare , quasi a rasentare il patetico, il problema gasdotto che è strettamente di ordine sociale in un mero problema di ordine pubblico. Ma i messaggi sono chiari….il Governo afferma che il gasdotto è una opera strategica al punto tale da poter autorizzare l’intervento dell’esercito a difesa del cantiere. Per questo ed altro ancora occorre essere informati e consapevoli di quello che oggi sta avvenendo nel Salento, per determinare e costruire e resistenze contro chi attenta ancora alla incolumità dei cittadini salentini che oggi hanno non pochi problemi di salute derivante dalla mancata lungimiranza politica rispetto alle scelte industriali sbagliate che hanno messo sempre avanti il profitto dei pochi a scapito della salute, dell’ ambiente e delle vocazioni naturali del Salento. Tra Ilva, Cerano, discariche, Colacem, veleni di ogni tipo nelle campagne, mega impianti fotovoltaici e eolici, xilella e chi più ne ha più ne metta… ci mancava pure la ciliegina di TAP. Brindisi 1.11.2017 Comitato provinciale No Tap Brindisino