La Puglia in testa nella classifica nazionale del consumo di suolo agricolo per l’installazione di impianti fotovoltaici. E’ quanto emerge dall’analisi effettuata dal Ministero dei Beni culturali, oltre al rilievo sulla diffusione urbana della nostra regione. Si esprime in merito il consigliere regionale M5S Antonio Trevisi componente della V Commissione Ambiente, che ribadisce come la Puglia sia già in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico attraverso le fonti rinnovabili, anche senza ricorrere allo sfruttamento di terreni agricoli i quali del devono essere dedicati alla produzione di cibo.
“Le superfici già antropizzate – dichiara – come i tetti di case, capannoni o le coperture dei parcheggi sono sufficienti in termini di potenzialità future al fine di soddisfare il fabbisogno elettrico della Puglia. Purtroppo, per quanto riguarda il fotovoltaico, negli anni passati il pessimo sistema normativo ha consentito che la speculazione imponesse le proprie logiche, sottraendo vasti terreni alla vocazione agricola delle comunità o alla destinazione naturale, con ingenti danni economici e ambientali.”
“Gli incentivi statali oggi ad appannaggio di pochi speculatori del fotovoltaico su terreni agricoli – prosegue Trevisi – avrebbero potuto trovare una migliore destinazione se utilizzati per incentivare migliaia di cittadini a diventare dei prosumers ossia dei cittadini che hanno un atteggiamento più consapevole sia nel loro ruolo di consumatori e sia soprattutto verso un ruolo attivo anche di produttori della propria energia. Una direzione verso la quale molti cittadini sensibili ai problemi del clima e dell’inquinamento si stanno già muovendo nonostante l’attuale quadro normativo che appare spesso confuso e tormentato da repentini cambi di direzione che, negli ultimi anni, hanno visto addirittura i governi di centrosinistra sottrarre incentivi dalle rinnovabili per spostarli sulle fossili, con il meccanismo del capacity payment.”
“Noi del M5S – incalza il consigliere salentino – vogliamo promuovere l’attuazione di politiche che in Puglia, così come in Italia, permettano la nascita di centinaia di comunità dell’energia, ossia comunità che hanno come obiettivo la soluzione del loro problema energetico, in termini di generazione, di efficienza e risparmio energetico e tutto ciò lo stiamo prevedendo nella redazione del nostro piano energetico (PEAR). La nostra proposta, come esposto in altre occasioni, è puntare sull’autoproduzione di energia distribuita: il modello basato sull’autoproduzione energetica è l’unico che consentirebbe che gli enormi flussi di denaro, oggi concentrati nelle mani di pochi soggetti, vengano distribuiti a tutti i cittadini, creando ricchezza e nuova occupazione. E questo modello – conclude Trevisi – è una valida alternativa ai gasdotti come Tap e al carbone”.