Quando la musica va oltre e diventa impegno sociale, allora non ci si limita ad una bella canzone legata ad un ricordo. Mogol con i suoi testi interpretati magistralmente dai New Era, ieri sera davanti ad una platea entusiasta, ha dato anche e soprattutto lezioni di vita. “Ognuno di noi ha un talento – ha detto – ma occorre coltivarlo”. Tra una canzone e l’altra l’amato artista ha parlato dei progetti che ha sposato in favore dei più deboli. Uno di questi legato al mondo dell’autismo. E’ del 2016 infatti l’inaugurazioni di una fattoria sociale in Umbria. “Un Pezzetto di Paradiso” , si chiama così il sogno accarezzato per anni dall’Associazione realizzato grazie al sodalizio con l’Annaa (Associazione nazionale no all’autismo) e inaugurato da Mogol e da sua moglie Daniela Gimmelli. I principi ispiratori dell’esperienza sono quelli di dare autonomia, dignità e futuro a persone “arrabbiate” perché chi e quanto gli è intorno non li comprendono e gli chiedono di “star buoni”, laddove invece hanno tanto da dare e fare In attesa che la ricerca offra soluzioni a una sindrome ancora poco conosciuta, attraverso il lavoro degli orti e dei campi, la cura degli animali, la partecipazione alla vita delle piccole comunità della zona per far crescere l’autonomia e l’autostima a queste persone. Non è l’unico progetto che Mogol e signora hanno spostato in favore di questi ragazzi. Negli anni passati furono proprio i due coniugi, ad accompagnare un altro gruppo in un’escursione a cavallo, e di recente in udienza dal Papa. Insomma una serata quella di ieri che ha fatto riflettere molto sul senso della vita, la stessa vita che ha ispirato tutti i testi di Mogol, quei testi che hanno accompagnato le storie di tante generazioni e che a ben guardare il pubblico di ieri, funzionano ancora.