PERSEGUITAVA E MINACCIAVA LA EX MOGLIE E LA FIGLIA, ARRESTATO

Ieri, gli Agenti del Commissariato di Ostuni, all’esito di un’articolata e complessa attività investigativa, hanno arrestato a Carovigno, su Ordinanza di custodia cautelare applicativa degli arresti domiciliari, un soggetto del posto con l’accusa di stalking ai danni dell’ex convivente.

L’uomo, C. M., classe 1961, con una pluralità di atti ripetuti nel tempo in modo abituale e con frequenza quasi quotidiana, molestava, importunava, pedinava e minacciava la moglie con la quale aveva interrotto la convivenza e la relazione sentimentale dall’agosto del 2016. Imponeva comunque la sua presenza con insistenza e in modo ossessivo, spesso per motivi di gelosia e con la pretesa di conoscere quello che la moglie faceva per continuare a esercitare un controllo su di lei e per convincerla a riprendere la convivenza; le telefonava a ogni ora del giorno e della notte, si appostava sotto l’abitazione dell’anziana dove la moglie svolge il lavoro di badante e la seguiva nel tragitto tra il lavoro e la sua abitazione.

Ecco una serie di episodi di violenza verbale e fisica. Agli inizi di febbraio 2017, aspettandola sotto casa al suo rientro le ha urlato “da dove stai venendo puttana”  afferrandola per il giubbotto e strattonandola con violenza sino a che lei non è riuscita a chiudersi in casa. A marzo del 2017, l’ha raggiunta sul luogo di lavoro ingiuriandola e minacciandola “puttana, zingara! Prima o poi ti uccido e dopo me ne scappo con la macchina tanto nessuno mi troverà mai!”, inoltre, in più occasioni le rivolgeva espressioni di ingiuria con l’epiteto di “ puttana” e minacce anche di morte: “ perché mi hai bloccato sul tuo telefono cellulare in modo che non ti posso chiamare più? Sblocca il telefono! Dobbiamo parlare! Tu stai con qualcuno e non vuoi stare con me! Sei una zingara. Sei una puttana, non devi parlare con nessuno! Perché ti fermi a parlare con tutti gli uomini di Carovigno?”, e quando all’inizio di maggio del corrente anno, la vittima rispondeva invitandolo a ritornare in Romania, l’aguzzino ribatteva affermando “ prima ti uccido e poi me ne vado”. A giugno 2017, ha affiancato la donna mentre andava a lavoro accompagnata dalla figlia e le ingiuriava “ tu e tua figlia siete due puttane”, poi si è allontanato solo perché la donna ha minacciato di chiamare i Carabinieri, ma subito dopo è ritornato passando più volte, almeno 5-6, sulla via e sotto casa dell’anziana dove la vittima si trovava. La sera dello stesso giorno, mentre la figlia della malcapitata stava ritornando a casa, la ha raggiunta a bordo di un’auto a forte velocità fingendo di volerla investire e schivandola all’ultimo momento per terrorizzarla, arrivata la madre l’uomo  torna e abbassa i pantaloni e gli slip e tira fuori l’organo genitale ed afferrandolo si rivolgeva alla giovane affermando “ questo è per te e per tua madre! Siete delle puttane! Questo siete!” e poi, indicando l’autovettura parcheggiata, “io quella macchina la brucerò”.

L’insieme di tali condotte, afferma il GIP nell’eseguito provvedimento restrittivo – quelle indicate prima che ne costituiscono solo alcune e a titolo esemplificativo – hanno procurato alla vittima, un perdurante e grave stato di ansia e di paura, un fondato timore per l’incolumità propria e della figlia e la costringeva ad alterare le sue abitudini di vita e segnatamente a trasferire la propria dimora, abbandonando l’abitazione nonché la casa coniugale per trovare rifugio in altro luogo; a vigilare e a guardarsi le spalle in ogni momento durante ogni uscita e farsi accompagnare dalla figlia e dormire con lei.

A carico dell’arrestato è stata contestata l’aggravante di aver commesso il fatto di stalking contro una persona alla quale era stato legato da precedente relazione affettiva.

Sulla base dei riscontri del Commissariato ostunese, l’Autorità giudiziaria brindisina emetteva, a firma del GIP Dottoressa Barbara NESTORE e su richiesta del PM, Dottor Francesco CARLUCCIO, l’eseguita ordinanza applicativa degli arresti domiciliari nei confronti dell’odierno arrestato, eseguita nella giornata di venerdì u.s. da parte di personale dell’Ufficio Denunce.

La vicenda descritta consente di porre l’accento sull’importanza dell’atto di denuncia in generale ed, in particolar modo, in questo genere di situazioni in cui, anche una decisione ritardata di rivolgersi alla Polizia di Stato può essere fatale e rappresentare un punto di non ritorno per le vittime di soprusi e maltrattamenti di ogni genere.

La Polizia di Stato, pertanto, costantemente in prima linea nell’azione di prevenzione e di repressione dei reati rientranti nella c.d. violenza di genere, invita la collettività tutta a rivolgere alle Istituzioni competenti le dovute ed importanti segnalazioni, al fine di non dare un ulteriore possibilità di violenza ai propri aguzzini e onde bloccarli con fermezza e decisione.

 

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