Sono 27 le persone destinatarie di altrettanti provvedimenti di arresto, di cui 20 in carcere e 7 ai domiciliari, tra Brindisi e Taranto per aver creato un clima mafioso tra gli imprenditori in relazione all’affidamento appalti. Tra questi spiccano anche i nomi di due sindaci come quelli di Avetrana (Taranto) ed Erchie nel Brindisino, ovvero Antonio Minò, indagato per concorso esterno ora in carcere, e Giuseppe Margheriti ai domiciliari. Con il primo cittadino eletto nel 2015 tra le fila di una lista civica del centro-destra, è finito nell’inchiesta anche il suo vice Domenico Margheriti (stesso cognome ma nessuna parentela) e il mesangese Fabrizio Monte. C’è anche l’ex consigliere comunale di Manduria, Taranto, accusato di scambio elettorale.
Le indagini dalla Direzione distrettuale Antimafia di Lecce e della Polizia di Taranto si sono concentrate su presunti scambi politico-elettorali. I 27 sono accusati a vario titolo di voto di scambio, estorsione, corruzione, rapina, riciclaggio, lesioni personali, danneggiamento, detenzione illegale di armi da fuoco e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Si parla di “un clima di intimidazione nei confronti di numerosi imprenditori locali soggiogati al sistema mafioso”. Giuseppe Margheriti era già finito nell’occhio del ciclone per l’inchiesta sul presunto assenteismo in Comune con l’accusa di peculato in considerazione dell’uso improprio del parco auto di servizio.