Ecco l’intervento del Movimento+39:
Raffaele Fitto è il grande sconfitto di queste elezioni amministrative in Puglia. Ma Fitto e i fittiani avranno l’umiltà di schiaffeggiarsi o continueranno a muoversi al “centro” della geografia politica con la solita boria e presunzione? È innegabile che Fitto concepisca la politica come i vecchi democristiani: governare, costruire alleanze per governare e mai stare all’opposizione. Stare quindi all’opposizione, partendo da Bari, passando per Brindisi e Taranto, fino a Lecce patria di Fitto, potrebbe essere letale per quest’ultimo, da sempre forte in quanto amministratore del potere che gestiva. In fondo (ma neppure tanto in fondo) il carisma di Fitto è direttamente proporzionale alla luce che irradia attraverso il potere che gestisce. Difficilmente si riesce ad individuare altro di interessante dal punto di vista politico e culturale. Ad oggi non si è ben compreso quale sia la concezione organica della politica che lo ispiri. Esiste una idea che egli pone a fondamento dei suoi movimenti? Il penultimo già nel nome, “Conservatori e Riformisti”, era una contraddizione in termini che la dice lunga sulla chiarezza delle idee. Proviamo a domandarci guardando la storia di Fitto e dei movimenti da lui creati: si è mai sentito prendere posizione (salvo quelle singolari di alcuni suoi rappresentanti) sulle scelte energetiche? Sulla xylella? Sull’immigrazione? Sui grandi temi che costituiscono il dibattito attuale italiano ed europeo? Fitto si faccia un esame di coscienza e nonostante gli Alfano, i Lupi e tutti i cd. “moderati” sempre in prima fila a cantar vittoria pronti a schierarsi dove si governa, sappia che la Democrazia Cristiana è morta.