Ecco la nota a firma del consigliere nazionale del Movimento nazionale per la sovranità Cesare Mevoli:
Apprendo dalla stampa della decisione dell’amministrazione comunale di Brindisi di interrompere il rapporto di collaborazione con la coop sociale onlus “la città dei servizi” per la guardiania notturna del dormitorio.
La motivazione sarebbe la “mancata individuazione di risorse economiche” da parte dell’amministrazione.
“Capisco che in questo momento parlare di immigrazione e risorse da impegnare, – soprattutto per chi , come noi, della lotta agli affari che si nascondono dietro al fenomeno ne ha fatto una bandiera – , sia molto difficile e si presti a speculazioni”, dichiara Cesare Mevoli, Presidente Provinciale del MNS.
Voglio però ricordare ai cittadini di Brindisi, due cose:
la prima, è che stando a quanto spesso riportato dagli organi di informazione, la cooperativa non aveva onerosi rapporti economici con l’amministrazione, se non quelli rivenienti dal rimborso spese nei confronti dei volontari: a fronte del dover dormire tutte le notti fuori da casa, in una stanzetta facente parte del dormitorio, dopo aver aperto i cancelli alle ore 19,00 per permettere l’ingresso degli ospiti, e averli chiusi attorno alla mezzanotte, per riaprirli al mattino all’alba e restare sino alla chiusura alle 9,00 circa, ai 2 volontari quotidianamente presenti venivano riconosciute 3 euro all’ora…davvero poca cosa, che in altre occasioni, se al posto del comune ci fosse stato un privato, avrebbe già fatto gridare allo sfruttamento del lavoro e a forme camuffate di lavoro nero…
la seconda: che quel dormitorio è operante dal 2004, anno in cui chi sottoscrive la presente, appena insediatosi nella veste di assessore alle politiche Sociali, “scoprì” quello che tutti vedevano e facevano finta di non vedere: nei giardinetti antistanti la stazione ferroviaria, decine di immigrati si erano ricavati con cartoni e mezzi di fortuna tuguri all’interno delle folte aiuole dove mangiavano, dormivano e nei cui pressi espletavano ogni tipo di bisogno fisiologico.
Liberare il capannone ex macello, ed ex sede dei servizi sociali e centro anziani, ormai ridotto a deposito di masserizie comunali e tabelloni elettorali, fù un impegno che presi con i cittadini e gli immigrati stessi, per eliminare quello sconcio indegno di una città che vuol dirsi civile; con qualche letto regalatomi dalla asl, di- smesso dal vecchio Di Summa, diedi un tetto agli immigrati affidando la custodia alla Caritas diocesana e restituìi dignità alle persone e decoro alla piazza.
Dal 2004 ad oggi niente altro, nessuno che sia stato in grado di pensare a soluzioni meno “emergenziali”.
Ma la notizia della chiusura dei rapporti tra comune e coop a cosa prelude?
Si lasceranno le porte aperte e si consentirà una sorta di autogestione? Con la Digos che arresta a Restinco miliziani dell’isis in partenza per la Turchia per commettere attentati, noi creiamo una zona franca dove non ci sarà nessuno con in mano un elenco, che da 80 persone è arrivato a 200 circa, ma che comunque rappresenta una sorta di controllo?
O si pensa semplicemente di dire a tutte quelle persone che il dormitorio viene chiuso e che ognuno è libero di trovarsi una panchina, un ponte, una casa diroccata in campagna, e di sistemarsi alla meno peggio?
Saremmo alla follia, se così fosse, nella città dove Michele morì sbranato dai topi nel bastione, e un immigrato di freddo su una panchina al porto…..…..sempre chè non siano altri i motivi che hanno spinto i funzionari comunali, da un po’ di tempo a questa parte sottoposti a ogni tipo di pressioni pur di trovare motivi di soddisfacimento ai “desiderata” della politica, facendo sì che si interrompa questo rapporto per poi instaurarne altri…se così fosse, la vicenda avrebbe tutt’altra serie di risvolti e la vicenda non sarebbe più solo di disponibilità economica ma di tutt’altra natura.
Ci auguriamo invece che, di fronte ad una amministrazione troppo impegnata a sostituire assessori come si fa ogni giorno con le mutande, i funzionari, stanchi di non-risposte, abbiano voluto forzare la mano per ottenere un atto di indirizzo che magari tardava ad arrivare.
Noi saremo vigili, e così come critichiamo il governo nazionale, – che consente l’arrivo di migliaia di persone sul suolo nazionale, impegna miliardi di euro per la prima accoglienza nei cara, e poi scarica sui comuni quanti ottengono l’ambito documento di ospitalità, – così saremo solerti nel denunciare amministrazioni che trovano i denari per feste e festicciole alle associazioni amiche, ma non riescono a mettere assieme quattro soldi per continuare a garantire un tetto a centinaia di persone che da domani saranno in strada, e pochi euro a padri di famiglia che, pur da “volontari”, avevano nel gettone l’unica fonte di sostentamento per se stessi e per le loro famiglie….
Sono sempre più indignato e mi vergogno di far parte di questa città per lo meno nella sua attuale espressione politico\amministrativa.
Cesare MEVOLI
Presidente provinciale
Dirigente Nazionale