L’ultimo ricorso, in ordine di tempo, lo ha presentato la società R.A. Costruzioni, l’azienda brindisina che dapprima era stata riammessa alla gara e poi nuovamente esclusa. Adesso i suoi legali, a partire dal prof. Mario Sanino del Foro di Roma, chiedono l’annullamento, previa sospensiva, del provvedimento di esclusione e della determina con cui è stata aggiudicata la gara alla ditta D’Oronzo Infrastrutture, nonché dei verbali di gara.
Ciò fa desumere che molto probabilmente l’Amministrazione Comunale non procederà con la sottoscrizione del contratto con la ditta D’Oronzo, in attesa del pronunciamento del Tar.
Insomma, la vita dello “Shuttle per la realizzazione di un sistema di collegamento tra l’aeroporto e la rete ferroviaria” appare sempre più complicata ed il rischio concreto è che si perda il finanziamento, proprio a causa del ritardo che si sta accumulando.
La storia, come è noto, parte nel l’ottobre del 2014, quando il Comune di Brindisi diede vita alla gara, per un importo di oltre trenta milioni di euro. Alla gara parteciparono otto imprese ed al termine della procedura la R.A. Costruzioni venne individuata come migliore offerente, tanto che l’appalto fu aggiudicato alla stessa azienda il 12 gennaio del 2015. Partirono ben tre ricorsi da parte di ditte concorrenti e la stessa stazione appaltante revocò l’aggiudicazione in quanto ci si rese conto che non era stata fatta la riperimetrazione dei punteggi relativi all’offerta tecnica. Dopo tale adempimento la R.A. Costruzioni si confermò prima classificata, ma l’offerta fu giudicata anomala e quindi fu sottoposta a verifica, così come per la terza classificata. La apposita Commissione di valutazione dell’anomalia è rimasta in silenzio per otto mesi, fino a quando, a novembre del 2015, tornò a riunirsi in seduta pubblica. L’offerta della R.A. Costruzioni fu giudicata incongrua in quanto prevedeva la fornitura di veicoli elettrici. La Commissione giudicatrice, però, escluse la stessa ditta per un’altra ragione e cioè la mancata indicazione degli oneri di sicurezza aziendali. Ne venne fuori con il primo posto in graduatoria per l’Ati C.C.C.. Ma a seguito di più ricorsi presentati prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, tutte le aziende escluse per non aver indicato i costi aziendali per la sicurezza vennero riammesse. Nell’ottobre del 2016, pertanto, si è proceduto con la revoca dell’aggiudicazione definitiva alla RTI Integra (subentrata alla C.C.C.) ed alla verifica delle anomalie della R.A. Costruzioni. Il colpo di scena arriva il 16 febbraio del 2017, quando la Commissione di gara ha nuovamente escluso la R.A. Costruzioni in quanto il nuovo RUP (responsabile unico del procedimento) Gaetano Padula ha condiviso il giudizio di non congruità della apposita commissione. Da qui l’aggiudicazione provvisoria della gara alla Doronzo Infrastrutture.
Nel ricorso presentato al Tar (ed a cui il Comune di Brindisi si oppone con i legali Emanuela Guarino e Monica Canepa) la R.A. Costruzioni ripercorre tutte le tappe della vicenda, giudicando anomalo il comportamento dei dirigenti che si sono alternati (Lacinio e Padula) e chiedendosi perché il ruolo di Presidente della Commssione di valutazione delle anomalie sia stato svolto da Lacinio e non da Del Citerna (come indicato nel disciplinare di gara). I ricorrenti, inoltre, sottolineano il fatto che la Commissione di gara aveva già giudicato conforme alle prescrizioni del capitolato di gara la R.A. Costruzioni nel dicembre del 2014.
L’oggetto del contendere, tanto per essere chiari, è legato agli autobus elettrici. Il capitolato prevedeva quattro autobus autosnodati alimentati a metano, ma nel ricorso la R.A. sottolinea che il capitolato prevedeva anche altre forme di alimentazione e quindi era compresa anche quella elettrica. Ed in effetti, la stessa commissione si era pronunciata ritenendo la proposta di bus elettrici conforme a quanto scritto nel Capitolato, mentre l’esclusione è scaturita dalla Commissione per la valutazione delle anomalie.
Il ricorso, pertanto, si basa sui comportamenti contraddittori assunti dalla stazione appaltante e ripercorre ogni passaggio ritenuto “sospetto” e si conclude con le richieste citate in precedenza. Adesso non resta che attendere la giustizia amministrativa e sperare che i finanziamenti non volino verso altri lidi….