Tante nubi sul futuro del deposito Edison. Intanto l’Ente portuale non firma la concessione…

Sul deposito di GNL proposto da Edison nel porto di Brindisi c’è più di qualche punto interrogativo. Superato l’ostacolo del deliberato unanime del Consiglio Comunale contro la localizzazione proposta per realizzare l’impianto e poi ottenuta anche una sentenza favorevole del Consiglio di Stato in relazione al parere negativo del Consorzio Asi, teoricamente la strada dovrebbe risultare spianata.

E invece sull’intera vicenda è calato il silenzio. Voci anche abbastanza accreditate attribuiscono questo silenzio al fatto che Edison ha perso la possibilità di utilizzare fondi del PNRR per realizzare l’impianto e quindi starebbe cercando altri canali di finanziamento pubblico. Una ipotesi che troverebbe consistenza se il deposito di GNL figurasse tra gli impianti prescelti dal Ministero delle Imprese e del made in Italy per poi essere inseriti in un ipotetico accordo di programma per Brindisi nell’ambito del piano collegato alla de carbonizzazione.

Ma i problemi non sono legati solo alla copertura finanziaria dell’investimento. L’Autorità Portuale, infatti, come evidenziato anche dai consiglieri comunali Luperti e Greco, non avrebbe ancora firmato la concessione ad Edison per l’occupazione delle aree destinate ad ospitare il deposito. Un ritardo che non si giustifica, visto che lo stesso ente portuale è stato velocissimo nel firmare la concessione alla MSC per l’occupazione di ambiti portuali. E allora qual è il problema? Cosa starebbe bloccando il rilascio della concessione?

C’è chi insiste nel dire che una lettura più approfondita della sentenza del Consiglio di Stato consentirebbe di capire che i giudici si sono pronunciati sul parere del Consorzio Asi, ma non sono entrati nel dettaglio della contestazione che, come è noto, è legata alla vicinanza del confine del serbatoio con i fasci di binari che collegano la rete ferroviaria alle banchine del porto.

Insomma, la situazione è quantomeno nebulosa e non sarebbe male se proprio dall’Autorità Portuale arrivassero segnali di chiarezza.

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