Le dichiarazioni del ministro Salvini, che si oppone alla chiusura delle centrali a carbone affermando che “non è nell’interesse del Paese”, sono un colpo durissimo alla credibilità del governo e un insulto all’intelligenza dei cittadini di Brindisi e alla dignità dei lavoratori. È la evidenza lampante di come, dietro la retorica della transizione ecologica, ci sia il vuoto più totale. Anzi: c’è la retromarcia.
Avevano promesso una strategia. Avevano annunciato soluzioni, alternative, riconversione e tutela dell’occupazione. Ma oggi, mentre Salvini difende a spada tratta il carbone, da Forza Italia e dal ministro Urso si continua a raccontare un film completamente diverso. Secondo l’onorevole D’Attis il governo starebbe portando avanti un “lavoro quasi storico”, con 46 manifestazioni di interesse che avrebbero reso il polo industriale brindisino “brillante” e pieno di appeal. Urso rilancia parlando addirittura di una Brindisi che diventa “salubre”, “aperta ai turisti” e al tempo stesso fedele alla sua “vocazione industriale”, grazie a 2 miliardi di investimenti su Versalis.
Ma a quale realtà si stanno riferendo? A quella dei dossier mai presentati? Dei progetti mai condivisi con il territorio? Dei lavoratori lasciati nell’incertezza, senza alcuna prospettiva concreta né sul piano occupazionale né su quello industriale?
Queste dichiarazioni, tra loro palesemente contraddittorie, non fanno altro che aumentare la confusione, lo smarrimento e la rabbia di chi vive ogni giorno l’incubo di un futuro incerto. Da una parte c’è chi difende il carbone come unica ancora di salvezza, dall’altra chi parla di riconversione miracolosa. Ma nei fatti, non si vede nulla. Solo passerelle, conferenze stampa, slogan e promesse che cambiano a seconda del palcoscenico.
E intanto si gioca con le date e sui progetti tra loro incompatibili per cercare di nascondere un dato ormai incontrovertibile: il Governo non ha alcuna progettazione reale per una transizione che doveva avvenire già entro il 2025. Ogni ritardo, ogni contraddizione, ogni silenzio pesa sulle spalle dei lavoratori, delle loro famiglie e di un’intera città che attende da troppo tempo risposte serie.
Brindisi non è un territorio da illudere o usare come spot propagandistico. È una comunità che merita rispetto, trasparenza e verità. Il Movimento 5 Stelle continuerà a denunciare queste contraddizioni e a battersi perché cittadini e lavoratori non siano più presi in giro da vane promesse, puntualmente mai mantenute e stanchi di proclami senza seguito.
M5S Brindisi