Il settore del turismo e del commercio sta attraversando una fase di forte incertezza economica. Se da un lato i fatturati registrano un lieve aumento, dall’altro il costo della gestione aziendale è sempre più insostenibile. Un’indagine nazionale commissionata da Assoviaggi-Confesercenti, riferita al primo trimestre dell’anno, evidenzia un incremento del fatturato per le imprese turistiche (+4,2% rispetto allo stesso periodo del 2024), trainato da una maggiore domanda di viaggi da parte degli italiani.
Ciononostante, i margini di guadagno si riducono drasticamente a causa dell’impennata dei costi operativi (+9,2%), dovuta in particolare all’aumento dei costi energetici, che si ripercuote sui trasporti e sulle materie prime, costringendo i fornitori ad applicare rincari significativi a scapito della distribuzione e, di conseguenza, dei consumatori. Il problema, riguarda tutto il comparto del turismo e del commercio. L’aumento dei costi energetici ha un effetto a cascata sui trasporti e sulle materie prime, facendo lievitare le spese di gestione (+7%).
A questo si aggiungono il crescente costo del lavoro, l’obbligo di polizze assicurative sempre più onerose – comprese quelle catastrofali – e gli investimenti necessari in marketing digitale per restare competitivi.
Un ulteriore fattore di crisi è la perdita di potere d’acquisto da parte dei consumatori, che si traduce in scelte di spesa più prudenti e in una riduzione degli acquisti non essenziali.
Questo fenomeno colpisce in particolare le imprese del Sud, dove i margini di guadagno risultano inferiori rispetto a quelle del Nord.
“È evidente che serva un intervento immediato del Governo – dichiara Michele Piccirillo, presidente provinciale di Confesercenti – per frenare l’aumento dei costi che sta mettendo in difficoltà le imprese.
È urgente agire su energia e costo del lavoro, ma anche rivedere l’obbligo delle polizze catastrofali, che rappresentano un ulteriore peso. Il Decreto Bollette, così com’è strutturato, non offre un sostegno adeguato alle piccole imprese del turismo e del commercio, che rischiano di pagare il prezzo più alto di questa crisi.