La presentazione di una mozione di sfiducia da parte delle opposizioni di centro sinistra nei confronti del sindaco di Brindisi Giuseppe Marchionna ha indubbiamente destato scalpore. Com’è noto, i consiglieri di minoranza sono dodici e per presentare la mozione e discuterla in consiglio ne occorrevano tredici. In soccorso del centro sinistra è giunto Roberto Quarta, dissidente di Fratelli d’Italia e quindi la mozione è arrivata in consiglio. Un risultato importante? Neanche per idea, perché per mandare a casa sindaco e Giunta sarebbero state necessarie, al momento del voto in aula, diciassette firme e invece l’esito finale ha fatto registrare un centro destra compatto con 21 voti contrari alla mozione, mentre i favorevoli sono stati solo dodici, visto che Quarta è rientrato nei ranghi della maggioranza. Ed alla fine, come era normale aspettarsi, Marchionna è uscito dall’aula anche tra gli applausi.
Insomma, un vero e proprio suicidio politico del centro sinistra visto che ci sono mille modi per opporsi alle scelte di chi governa una città, ma parlare di sfiducia senza avere i numeri è davvero inconcepibile. E non è tutto. Le opposizioni sono state costrette anche a difendersi dall’accusa di aver creato un danno di immagine per la scelta della capitale della cultura 2027 visto che la mozione è stata presentata prima della scelta finale in cui, come è noto, ha prevalso Pordenone. Ovviamente è una follia anche questa, tanto più se si considera che solo un paio di giorni prima era stato il commissario provinciale di Fratelli d’Italia a far intendere al sindaco Marchionna che occorreva un rimpasto in Giunta per far posto ai rientranti Oggiano e Loiacono.
Sta di fatto, però, che adesso il centro destra è tornato ad essere compatto e quindi la città potrebbe trarne beneficio da una guida stabile e senza fibrillazioni. Anche per questo la maggioranza deve ringraziare le opposizioni sempre più inconsapevoli del valore dell’omaggio fatto a chi governa.