Dichiarazione congiunta
del segretario generale Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano
dell’operatore territoriale Brindisi Fim Cisl, Celestino Bruni.
Oggi si è svolto un incontro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) riguardante la vertenza Dema. Erano presenti, oltre alle organizzazioni sindacali, l’amministratore delegato di Dema, ing. Schisano, e i rappresentanti del Gruppo Adler, nuovo proprietario del gruppo Dema.
L’amministratore delegato ha illustrato le linee guida su cui si sta sviluppando il nuovo piano industriale, il quale sarà successivamente sottoposto all’approvazione del Tribunale di Napoli. Si sta lavorando per integrare i due gruppi, che operano in settori simili e condividono molti clienti sia a livello nazionale che internazionale. In questa prospettiva, si riconosce l’importanza di creare una filiera verticale che parta dalla progettazione iniziale, passando per lo sviluppo e la fabbricazione, fino ad arrivare al montaggio finale.
Con la fusione dei due gruppi, si contano sei stabilimenti, e l’azienda ha sottolineato la necessità di razionalizzarli per garantire una migliore redistribuzione delle risorse, una riduzione dei costi di gestione e un aumento dell’efficienza e della competitività. Attualmente, i due gruppi insieme generano un fatturato di 40 milioni di euro, ma l’obiettivo è arrivare a 50 milioni entro il 2026 e a 55 milioni nel 2027, cifra necessaria per raggiungere il pareggio di bilancio. Per raggiungere questi traguardi, ogni sito verrà considerato con l’intento di creare centri di eccellenza specifici.
«Nel nostro territorio – dichiara l’operatore territoriale del comparto aeronautico, Celestino Bruni – Dema Brindisi diventerà un centro di eccellenza per le lavorazioni a controllo numerico. Alcuni macchinari verranno trasferiti dallo stabilimento di Somma a Brindisi per essere integrati con quelli già esistenti. Per quanto riguarda la Dar, le attività di composito e di montaggio saranno trasferite presso lo stabilimento Adler Aero, creando sinergie con le produzioni già in atto e riducendo i costi di gestione concentrando tutto in un unico stabilimento».
Sono previsti investimenti per circa 12 milioni di euro per l’intero gruppo. «Abbiamo accolto parzialmente quanto presentato, poiché è la prima volta, da quando è stata ufficializzata la cessione, che siamo riusciti a comprendere le intenzioni della nuova proprietà. Tuttavia – aggiunge – abbiamo espresso insoddisfazione per la mancanza di discussioni sui dettagli. È importante sottolineare che non ci interessa chi sia la nuova proprietà, ma desideriamo vedere una volontà concreta di rilanciare un gruppo che ha affrontato anni di crisi a causa di gestioni manageriali inadeguate, del tutto scollegate dal contesto attuale. Abbiamo rinnovato responsabilmente l’ammortizzatore sociale per garantire la copertura ai lavoratori, consapevoli che ci vorrà tempo per attuare le necessarie variazioni, ma non possiamo permetterci di aspettare a lungo. È necessario entrare subito nel merito delle questioni, analizzando le commesse, i costi e l’organizzazione del lavoro, perché senza questi elementi è impossibile valutare l’impatto occupazionale».
La Fim Cisl ha chiesto, inoltre, di accelerare in questo senso, sottolineando che ci sono professionalità che non possono essere perse. «Siamo in un settore, quello aeronautico, in crescita, e vogliamo essere parte attiva in questo rilancio. Ciò che chiediamo è un rilancio vero e proprio, con al centro di ogni discussione le garanzie per le risorse attualmente disponibili. Infine – conclude il segretario generale della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano – abbiamo ottenuto l’impegno di discutere il piano industriale in modo dettagliato per ogni sito, un confronto che speriamo avvenga nel più breve tempo possibile».