In un territorio, come quello di Brindisi, già alle prese con atavici e irrisolti problemi occupazionali, il 2025 rischia di profilarsi come un anno “terribile” per via delle drammatiche conseguenze che potrebbero scaturire dall’imminente dismissione dell’impianto Enel di Cerano e dall’altrettanto prossima chiusura (già a fine anno?) di Eni Versalis. Due autentiche “bombe” sociali, rispetto alle quali urge prendere posizione affinchè entrambe le questioni siano portate all’attenzione del Governo nazionale. Il sindaco e il Consiglio comunale, in quest’ottica, devono attivarsi senza ulteriore indugio nel prendere a cuore questa situazione e inizino a presentare ordini del giorno con cui coinvolgere tutti i partiti e parti sociali, consiglieri regionali e, in generale, la parte politica del territorio, affinché ci sia un indirizzo ben specifico, in modo tale che le due questioni finiscano sui tavoli “giusti”. Non possiamo assistere a beche di basso livello, a richieste di cambi di incarichi, come si evidenzia in qualche gruppo consiliare, lei è il Sindaco di Brindisi, e conoscitore delle problematiche della Città di Brindisi, alzi il livello del confronto, politico costruttivo, basta con queste crisi di singole visibilità che non portano niente, gli spazi in futuro ci sono per tutti. E’ dei giorni scorsi, la notizia secondo la quale il Governo nazionale ha destinato a Taranto ben 750 milioni di euro (nell’ambito del programma Just Transition Fund”), una consistente cifra da investire in bonifiche e rigenerazioni ambientali, ma anche sul fronte dell’occupazione, della formazione e della ricerca nell’ambito delle rinnovabili. La città ionica, dunque, è al centro dell’attenzione del governo Meloni, mentre Brindisi al momento rimane alla finestra. Per rompere, allora, l’inerzia occorre che la politica locale faccia quadrato a tutti i livelli e sbatta i pugni sui tavoli a Bari e Roma nella prospettiva di adeguati interventi idonei a far fronte all’emergenza legata alla nutrita manodopera (diretta e indiretta) che – a seguito della chiusura di Eni Versalis ed Enel – necessiterà di contestuale rioccupazione. Ovviamente, le sole risorse economiche non bastano, servono anche progetti e programmazione di interventi, con opportuno coinvolgimento delle imprese locali, che non possono essere lasciate sole, ma accompagnate in un nuovo progetto di reindustrializzazione. La Direzione di Puglia Popolare