Ecco cosa scrive l’on. Claudio Stefanazzi (PD):
Interrogazione parlamentare appena depositata su Versalis. Credo che il ricatto, state buoni sulla chiusura così vi portiamo la Gigafactory per le batterie non regga. Si può tenere aperto lo stabilimento e fare di Brindisi il polo italiano della chimica di base e fare un investimento industriale accanto alla fabbrica. Logisticamente si può. Economicamente e socialmente è un atto dovuto alla comunità di Brindisi. Non è pensabile che lo Stato abbandoni l’area industriale dopo aver sfruttato il territorio per decenni.
Interrogazione
Al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Per sapere – premesso che:
Versalis è la società chimica del Gruppo Eni impegnata nei settori della petrolchimica e che opera a livello nazionale e internazionale nei settori della chimica di base e degli intermedi, delle materie plastiche, delle gomme e della chimica da fonti rinnovabili;
lo stabilimento di Brindisi è, da decenni, centrale nell’ambito del ciclo industriale di Eni Versalis; Brindisi dispone di uno degli impianti per la produzione di cracking più moderni d’Europa, impianto che, nell’ambito del piano di razionalizzazione annunciato da Eni e che di fatto comporta un abbandono della chimica di base, sarà chiuso il prossimo aprile;
il cracking è un processo chimico fondamentale nel settore petrolchimico e cruciale per la produzione di migliaia di prodotti commercialmente richiesti, come benzine, solventi e gas combustibili, nonché per ottenere propilene, etilene e altri idrocarburi leggeri, che sono le materie prime utilizzate per produrre polipropilene, polietilene e pvc, ossia ogni tipo di plastica, per condizioni e settori diversi, indispensabili per ogni tipo di manifattura: dall’edilizia all’automotive, dall’alimentare al biomedicale, dall’agricoltura alla moda;
come sottolineato da più parti, la chiusura di questi impianti rischia di interrompere una filiera fortemente integrata e altamente specializzata, mettendo a rischio la qualità e la competitività del prodotto italiano, e generando nuove forme di dipendenza produttiva e commerciale con multinazionali estere;
la chiusura dell’impianto rischia di privare l’area di Brindisi del principale attrattore industriale che, negli ultimi 20 anni, ha permesso la creazione di un polo industriale della chimica;
anche le parti sociali hanno ripetutamente espresso contrarietà verso la chiusura per le devastanti conseguenze sociali che potrebbero derivarne, sia per i lavoratori diretti dello stabilimento brindisino, sia per le dipendenze delle imprese dell’indotto;
secondo quanto si apprende da fonti sindacali, Eni avrebbe prospettato la realizzazione per il 2028 di una giga factory, in join venture con la società Seri Industrial in un’area attualmente libera, adiacente agli impianti di cracking;
la Regione Puglia ha espresso forte preoccupazione per la vertenza riguardante la riconversione dello stabilimento Eni Versalis di Brindisi, chiedendo un rinvio della chiusura dell’impianto e proponendo il mantenimento in attività dello stesso nelle more della realizzazione della giga factory;
l’area di Brindisi è già da anni oggetto di una forte crisi industriale e occupazionale. – :
se e quali iniziative intendano adottare per salvaguardare i livelli occupazionali dello stabilimento Versalis di Brindisi;
se intendano, coerentemente con quanto proposto dai sindacati e dalla Regione Puglia, sostenere le ragioni di una coesistenza tra l’attuale impianto per il cracking e la realizzazione della giga factory e, nel caso, quali iniziative intendano promuovere a tal fine, ovvero se intendano fornire le motivazioni della contrarietà del Governo a tale ipotesi.nterrogazione