Alcuni politici e alcuni medici hanno paura della prossima apertura del nuovo ospedale d’eccellenza Monopoli-Fasano. E il bello è che sinora non hanno avuto nessuna paura sul fatto che tra Bari e Brindisi non ci sai mai stato un ospedale per curare le malattie tempo-dipendenti, magari portando alla morte centinaia di persone.
E perché hanno paura? Per le sorti dei malati? Ma no, figuriamoci.
Poiché il nuovo ospedale servirà 5 comuni della provincia di Bari e 4 della provincia di Brindisi, hanno paura – ma è una cosa che si sono inventati forse per coprire biechi campanilismi – che il personale dei vecchi ospedali possa essere trasferito nel nuovo. Una cosa, insomma, che non c’entra molto con i malati e oltretutto infondata.
Ma constatato che nessun trasferimento di personale è ragionevolmente previsto e che l’allarme è dunque inconsistente e senza nessun supporto documentale, sono costretto ogni giorno a puntualizzare l’ovvio anche ad alcuni colleghi e medici che rilasciano interviste o scrivono post e comunicati, senza mai prendersi la briga di leggere gli atti e partecipare dall’inizio alla fine alle riunioni, ascoltando gli altri e magari dando suggerimenti.
Il nuovo ospedale Monopoli-Fasano, che inizialmente era stato previsto con lo stesso bacino di comuni tra Fasano e Ostuni (Speziale) e su terreno già di proprietà della ASL, trovando però l’ostacolo della classe dirigente ostunese, deve essere necessariamente inquadrato negli atti aziendali delle ASL di Bari e di Brindisi per i profili organizzativi attinenti all’assistenza (con relativi protocolli) e non alla distribuzione delle unità operative complesse o semplici (“potere” sanitario). Informo che un atto aziendale non deve parlare solo degli assetti del “potere” nell’organizzazione sanitaria, ma anche delle modalità organizzative per curare i malati: è tutto ciò non è una mia opinione ma una previsione normativa.