“La chiusura anticipata dell’impianto di creaking di Eni Versalis
Brindisi accelera la scelta, pare irreversibile, di Eni di uscire dalla chimica di
base. La scelta è incomprensibile e anticiclica. In un periodo storico in cui l’Europa
sta provando ad accorciare le filiere di approvvigionamento e di dipendenza da
fornitori esterni al mercato, Eni consegna l’Italia ad una dipendenza duratura verso i
mercati asiatici. Peraltro alla vigilia dell’adozione da parte della Commissione
Europea di misure che rendano più costoso l’arrivo in Europa di prodotti ad impronta
ecologica alta. La chimica di base è fondamentale per quasi tutta l’industria
manifatturiera italiana. Praticamente quasi tutti i settori di largo consumo utilizzano
materie prime derivanti da processi chimici che Versalis ha sempre, fino ad ora,
garantito al sistema industriale italiano. È necessario che il Governo dica se questa è
una scelta condivisa sotto il profilo di programmazione industriale, ovvero una
esigenza di brevissimo respiro. Il dubbio è che le drammatiche esigenze di cassa
spingono la Meloni ad assecondare misure finanziarie, come la produzione di utili più
alti e la messa sul mercato, che riguardano le grandi partecipate di Stato. Una scelta
miope che mette in discussione, tra diretto ed indotto, circa 20 mila posti di lavoro,
tra Puglia, Sicilia, Lombardia, Veneto, Sardegna. Il disastro di questo governo nelle
politiche industriali è senza precedenti”. Così Claudio STEFANAZZI, deputato del
Partito Democratico.