La Befana tutte le feste porta via…
“Toglie addobbi agli alberelli, ai presepi i pastorelli, lascerà dietro una scia tutta di malinconia. Ma ai bambini più piccini donerà calze e dolcini. È, da sempre, la più anziana. Chi sarà? Ma è la…-Teresa Zaccuri”. Sono tanti gli autori che hanno scritto filastrocche, poesie e canzoncine dedicate alla Befana, la vecchietta tanto amata dai bambini perché sanno che riceveranno tanti regali, ma, anche, carbone se non saranno stati buoni. La vecchietta che, nell’immaginario collettivo, indossa vestiti dimessi, è stanca e provata, ma che, ogni anno, a cavallo di una scopa, intraprende un lungo viaggio per raggiungere tutte le case dei bambini. Una figura fantastica, che alimenta l’immaginazione di grandi e piccoli, perché è bello sognare e mettere da parte i problemi. Tanta gioia, ma, anche, malinconia perché la Befana conclude le feste tanto attese e, dal giorno dopo, riprende la routine e rimarranno soltanto bellissimi ricordi. Termina un periodo magico, fatto di allegria e tanto amore, perché lo si trascorre con la famiglia, una delle poche effettive certezze della nostra vita. L’Epifania è la festa cristiana che celebra la prima volta in cui Gesù si sarebbe mostrato in pubblico. In Italia c’è la figura folcloristica e profana della Befana, nome che deriva dal greco Epifania, ovvero “apparizione” o “manifestazione”, una vecchietta che consegna i doni ai bambini, in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi. Anna Consales