È di pochi giorni fa la notizia dell’emissione da parte del Sindaco di Brindisi di un’ordinanza che colpisce cinque locali del centro storico disponendo il divieto di svolgere attività di intrattenimento musicale per 30 giorni e, per uno di questi, il divieto di somministrazione per 7 giorni.
Questo provvedimento, se pur consequenziale alle indagini coordinate dalla Questura, è la dimostrazione di quanto l’amministrazione comunale abbia negli ultimi anni trascurato il tema della movida cittadina rinunciando a regolamentare il fenomeno.
Eppure questa è l’amministrazione che in campagna elettorale prometteva soluzioni facili sul tema, sul quale per anni si sono dedicate le energie dei passati amministratori alla ricerca di soluzioni equilibrate nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti: imprenditori, residenti e utenti.
Giova ricordare, infatti, che, nelle medesime difficoltà, le ordinanze emesse dalla scorsa amministrazione sono risultate sempre valide ed efficaci, mentre il caos in cui si trova oggi la città è esploso a partire dall’estate 2023, a seguito dell’ordinanza dell’attuale amministrazione annullata dal TAR perchè eccessivamente estensiva.
Ora, finalmente, si ritorni a lavorare sul regolamento per le emissioni sonore, di cui si parla da due anni ma non si vede traccia, per far sì che i locali possano muoversi in un quadro di regole chiaro e determinato, a garanzia di tutti i diritti coinvolti compreso quello al riposo dei residenti.
Parallelamente si deve arrivare pronti al periodo natalizio, predisponendo un’ordinanza in deroga che possa permettere agli operatori, nei limiti di ciò che può essere consentito, di svolgere le proprie attività ed animare il territorio in un periodo fondamentale per l’economia locale. Sarebbe sufficiente copiare le ordinanze emesse fino al 2022 dalla precedente amministrazione.
Tutti vogliamo una città vivace ed attrattiva – e allo stesso tempo vivibile per tutti – ma per farlo è necessario lo sforzo di mediazione del Comune al fine di trovare un punto di equilibrio tra tutti gli interessi presenti.
Giulio Gazzaneo