Frattini (Filctem/Cgil) – Crisi industriali, tra Chimica di base e Piano industriale Eni Versalis

In più occasioni il Sindacato Confederale dei Chimici, a livello locale e nazionale, ha chiesto al Governo un tavolo sulla chimica di base, richiesta già avanzata dopo la decisione Versalis, maggio 2022, della chiusura del Cracking di Marghera.

Un tavolo di trattativa per affrontare lo stato di crisi a livello internazionale, le conseguenti condizioni di mercato, la necessità di innovazione dei processi il consolidamento dei siti esistenti, ricercando politiche industriali, con le garanzie del Governo in settori strategici, che in questo paese mancano.

Come FILCTEM CGIL e le Federazioni dei chimici del territorio abbiamo incontrato Regione Puglia per affrontare le crisi del settore, ricercare ogni possibile soluzione già individuate, ma è possibile fermarsi solo a livello regionale serve un respiro nazionale e la garanzia da parte del Governo per lo sviluppo industriale del territorio.

A Brindisi dopo le scelte di Basell che ha chiuso uno dei 2 impianti, il P9T e la successiva scelta di mettere in vendita a livello europeo i 5 impianti di Polipropilene, tra cui il PP2 di Brindisi, oggi siamo in attesa del Piano industriale di Eni-Versalis previsto, dopo svariati rinvii, per il prossimo 24 ottobre a Roma.

Siamo fortemente preoccupati sulle possibili scelte industriali di Versalis, società partecipata dello stato, che aveva prospettato nel precedente piano industriale investimenti a Brindisi sul recupero in un’ottica di economia circolare dei rifiuti in plastica non riciclabili, oggi, invece, si vive l’inquietudine della chiusura del Cracking, asse portante dell’intero petrolchimico di Brindisi.

Queste nuove strategie industriali, che potrebbero esserci con l’avallo governativo, rischiano di impattare pesantemente sul nostro territorio e sui lavoratori continuando a provocare un effetto domino su tutto il settore industriale, sulle imprese locali, sui lavoratori diretti e dell’indotto, sull’economia della provincia di Brindisi.

Aspettiamo l’esito dell’incontro di Roma del prossimo 24 ottobre, con le segreterie nazionali e territoriali, ma non possiamo accettare la dismissione della chimica di base in Italia e la politica dei due tempi.

Nella vertenza ENEL, i lavoratori diretti e dell’indotto stanno pagando in maniera inaccettabile, la centrale è ferma da settembre 2023, dopo che il territorio in maniera irresponsabile ha ostacolato la nuova costruzione del previsto impianto a ciclo combinato a gas, per gestire la fase della transizione, oggi tutti i possibili investimenti sono maledettamente lontani, così come le politiche industriali del Governo in tutti i settori strategici per il Paese.

Antonio Frattini

Segretario Generale FILCTEM CGIL Brindisi

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