28 agosto 2021: la città di Brindisi vive il dramma determinato dalle preoccupazioni di migliaia di lavoratori che temono per il proprio destino a causa di un processo di decarbonizzazione che risulterà devastante sul piano economico ed occupazionale. Del resto, le conseguenze sono già evidenti, visto che più di qualche impresa è già stata costretta a chiudere i battenti. A difenderle dovrebbe esserci – per il ruolo che viene assegnato alle associazioni di categoria – la sezione locale di Confindustria. E invece il presidente Gabriele Lippolis sceglie di parlarne attraverso la stampa (e non durante un consiglio generale della sua associazione o una assemblea degli iscritti). Sul Quotidciano di Puglia dichiara “I timori di un disimpegno del nostro associato Enel a Brindisi sono privi di fondamento”. Insomma, per Lippolis l’Enel punta su Brindisi ed aggiunge “Per bocca di suoi autorevoli rappresentanti ci ha illustrato il piano di investimenti previsto per Brindisi che accompagnerà la transizione energetica”. E poi le accuse alle istituzioni locali da cui, aggiunge Lippolis, “ci aspettiamo un ruolo più incisivo” nei processi autorizzativi.
Da quell’articolo e da quelle impegnative dichiarazioni del presidente di Confindustria Brindisi sono trascorsi più di tre anni e la situazione è quella che tutti conosciamo. L’Enel ha letteralmente dato un calcio nel fondoschiena alle imprese ed ai lavoratori brindisini, confermando in più occasioni la volontà di abbandonare il sito.
Le imprese che operano nell’indotto – un patrimonio quasi esclusivamente rappresentato proprio da Confindustria – vengono messe in ginocchio e lanciano appelli disperati a chiunque è nelle condizioni di alzare la voce in difesa di Brindisi, delle sue aziende, dei suoi lavoratori e della sua economia.
Da una grande realtà come Confindustria, pertanto, ci si aspetta una levata di scudi, un invito a “fare squadra” con le istituzioni locali e con le organizzazioni dei lavoratori. Il tutto, magari, dopo i dovuti passaggi interni. E invece il presidente Lippolis che fa? Chiede a qualche esponente dell’Enel, autorevole ma pur sempre di seconda linea e “senza portafoglio” di venire a Brindisi a parlare a sindacati ed alle stesse imprese associate. Ne è venuto fuori – come riferito proprio dai rappresentanti sindacali – un incontro perfettamente inutile in cui Enel ha confermato l’impegno ad utilizzare i lavoratori dell’indotto anche nell’avvio della fase di decommissioning. Il che dovrebbe permettere di allungare i tempi dell’agonia. Per il resto, il nulla assoluto e per giunta nessun impegno scritto perché la delegazione non aveva un mandato in tal senso. Ancora una volta, pertanto, il presidente Lippolis ha scelto di privilegiare l’associata Enel e non l’inestimabile patrimonio di competenze e professionalità che arriva dal sistema delle piccole e medie imprese che hanno scelto di associarsi in Confindustria proprio per essere tutelate. Dal presidente Lippolis, pertanto, ci aspettiamo che nell’assemblea annuale – al cospetto di un presidente nazionale come Orsini che ha già dimostrato di avere il coraggio che necessita a chi rappresenta il mondo industriale italiano – lanci un monito ai grandi player presenti sul territorio a difenda le “sue” imprese che a Confindustria Brindisi contribuiscono a dare la linfa che occorre per rimanere in vita. Certo, il precedente dell’assemblea nazionale svoltasi alla presenza dell’ex presidente Bonomi non autorizza speranze. In quella occasione si parlò di tanta aria fritta che nel tempo si è confermata tale, a cominciare da quel ridicolo cavallo di battaglia di ACT Blade e dai campi di fotovoltaico che sono il vero pallino di Lippolis. Ovviamente staremo a vedere, coltivando un’illusione, sia pur nella certezza che lascerà il posto alla solita delusione.
Mimmo Consales