La presenza di avallamenti e sopraelevazioni provocati dalle radici di alberi di pino ha generato non pochi dubbi sulle cause che hanno provocato la caduta, risultata fatale, del ventenne brindisino Mirko Conserva. La sede stradale sconnessa, pertanto, è all’esame di chi dovrà stabilire l’esatta dinamica dell’incidente.
Ma in città, nel frattempo, si è scatenata una polemica riguardante le tantissime strade cittadine che sono diventate impercorribili a causa proprio delle radici degli alberi. E purtroppo non serve mettere mano all’eliminazione delle radici superficiali e riasfaltare le strade perché il problema si ripropone a distanza di non più di tre anni.
E’ evidente, inoltre, che il problema esiste da tantissimo tempo, senza che nessuna delle amministrazioni che si sono alternate al governo della città – bisogna ammetterlo – abbia avuto la capacità di individuare una soluzione definitiva. Ecco perché è quantomeno ingiusto prendersela con gli attuali amministratori.
Occorre, invece, una soluzione che sia condivisa anche dai cittadini e che consiste nella eliminazione progressiva dei pini – sulla base delle disponibilità finanziarie del Comune, così come ha correttamente affermato l’Assessore ai Lavori Pubblici Cosimo Elmo – per sostituirli con altre essenze. Certo, è davvero un peccato, soprattutto dove i pini hanno raggiunto altezze tali da garantire la tanto ricercata ombra. Ma senza giungere a soluzioni definitive non si può fare molto.
Ovviamente l’abbattimento degli alberi attuali, la loro sostituzione, il rifacimento di strade e marciapiedi richiede tante risorse che oggi non sono in alcun modo disponibili. Ma qualcosa va fatta ed anche subito e quindi si potrebbe cominciare con lo sfoltimento della chioma dei pini, in maniera tale da frenare anche lo sviluppo di nuove radici ed allo stesso creare delle trincee in cemento per contenerne l’espansione. Nel frattempo bisognerà intervenire nei casi più gravi e con l’installazione di adeguata segnaletica stradale di pericolo.