Clamoroso! Confindustria dichiara guerra al Comune di Brindisi e minaccia una class action!

A dire il vero, non era mai accaduto in passato che Confindustria rompesse l’interlocuzione istituzionale che spetta ad una grande associazione di categoria per arrivare addirittura a minacciare “azioni che facciano molto clamore” nei confronti dell’Amministrazione Comunale di Brindisi. E questa volta non si tratta di supposizioni o di interpretazioni soggettive. Tutto ciò è riportato all’interno di una lettera che è stata inviata a tutti gli associati in data odierna e che si riferisce alle criticità del Regolamento Tari del Comune di Brindisi ed alla necessità di assumere iniziative “per il ripristino dell’equità”.

In pratica, nella lettera (che pubblichiamo in coda) si definisce abnorme ed iniquo il regolamento per la disciplina della Tari in vigore nel Comune di Brindisi. Nella lettera si ricorda che Brindisi occupa il terzo mposto tra i Comuni d’Italia con l’importo Tari più elevato.

E poi i toni “poco istituzionali” in cui si sostiene che il “guazzabuglio edi disposizioni sembrano scritte per consentire il riempimento di un pozzo senza fondo, nei meandri di una babele prescrittiva”.

E poi gli inviti agli associati a valutare l’opportunità di assumere un’iniziativa che “faccia molto clamore”, senza escludere la possibilità di ricorrere ad una class action “per ridurre il Comune di Brindisi a miglior consiglio”.

Insomma, dopo aver fatto naufragare il “metodo Brindisi” per elaborare una piattaforma da proporre per lo sviluppo del territorio, adesso Confindustria fa la voce grossa contro il Comune. Sembrano davvero tanto lontani i tempi in cui tra Confindustria ed ente locale i problemi si affrontavano a tavolino, senza ricorrere ad “azioni che facciano molto clamore”.

Ecco il testo della lettera inviata agli associati:

Alle Aziende associate
Loro sedi
COMUNICAZIONE IMPORTANTE
Oggetto: Criticità del Regolamento TARI in vigore nel Comune di Brindisi; iniziative
per il ripristino dell’equità.
Si sta ripresentando – in tutta la sua criticità – il problema dell’abnormità e iniquità del
Regolamento per la disciplina della TARI in vigore nel Comune di Brindisi.
Qualche azienda ci ha sollevato la questione dell’insostenibilità degli oneri derivanti
dall’applicazione del tributo in base ad alcune norme [erroneamente] adottate dall’Ente
impositore.
Che, sia detto per inciso, vanta – alla luce di un’indagine riferita al 2022 – il poco
invidiabile piazzamento del terzo posto fra i Comuni d’Italia con l’importo TARI più
elevato.
In effetti – al di là dei tecnicismi e di un guazzabuglio di diposizioni che sembrano scritte
ad usum delphini [ossia per consentire il riempimento di un pozzo senza fondo] – il
punto nodale della questione suddetta è il seguente: nei meandri della babele prescrittiva si
riesce ad infilare meglio la violazione di un principio che dovrebbe essere sacrosanto [e
tale era – in un’epoca non sospetta – nel contesto originario della legislazione e della prassi
di specifico riferimento temporale].
Orbene, la tariffa applicabile per l’esercizio di una determinata tipologia di attività
economica – oggettivamente individuata – non può essere unica per l’intero compendio
industriale, prescindendo dalla diversa destinazione d’uso delle varie superfici [vendita,
esposizione, deposito, ufficio, etc.] che servono per lo svolgimento effettivo dell’attività
stessa, nonché dalla connessa [differente] potenzialità quantitativa e qualitativa a produrre
rifiuti.
Tutto ciò premesso – allo scopo di richiamare l’attenzione dei vari protagonisti di questa
incresciosa vicenda – si potrebbe valutare l’opportunità di assumere un’iniziativa che
“faccia molto clamore”: come, ad esempio, una conferenza stampa con la partecipazione
degli iscritti a Confindustria Brindisi e di tutte le organizzazioni rappresentative degli
imprenditori interessati.
2
Senza escludere le necessarie e doverose interlocuzioni con gli esponenti degli Organi
comunali.
Vi preghiamo – nel frattempo – di renderci edotti sul Vostro eventuale coinvolgimento nella
situazione descritta e, se del caso, di proporre ogni suggerimento ritenuto utile in una
prospettiva di “riduzione del Comune di Brindisi a miglior consiglio”.
Resta, ovviamente, ferma l’opzione di ulteriori modalità di reazione [compresa la class
action] alle pretese esplicitate/avanzate contra jus dal Comune di Brindisi nel/per il
tramite del più volte menzionato Regolamento TARI 2024..

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