Appaiono assolutamente sconclusionati, inaccettabili sul piano della logica e del comune modo di pensare, gli assunti rappresentati dal sindaco della nostra città a margine della presentazione delle feste patronali e riferite alla mancanza di un calendario di eventi estivi.
Onestà intellettuale avrebbe consigliato una esposizione della tematica con un approccio più da padre di famiglia, che da furbetto di quartiere.
Ma tant’è! Ormai Brindisi, con il continuo avvicendarsi di accadimenti ed uscite, uno più incredibile dell’altro, sembra abbia ormai metabolizzato la certezza di una irreversibilità del suo stato civile, economico e sociale assolutamente comatoso.
Non programmare alcuna manifestazione per i mesi di luglio e agosto, perché questo appare il senso del discorso, per venire incontro a quelle che, a parere del sindaco, sono le tradizioni della nostra comunità in quanto “in questi mesi ci pensa il mare”, si rivela una vera e propria presa per i cosiddetti fondelli.
Nascondere l’assenza di progettualità, di coesione politica e forse anche una certa incapacità, con simili sotterfugi appare irrispettoso, irriverente ed oltraggioso.
Tralasciando la costa a sud di Brindisi, che nel corso degli ultimi cinque o sei decenni ha subito una totale devastazione, lo stato di degrado ed abbandono in cui versa invece il litorale nord della città, a partire dalla vecchia diga di Bocca di Puglia per finire nelle aree a ridosso di Apani, caratterizzato da precarietà di ogni natura (come ad esempio il rudere non ancora abbattuto del vecchio Picnic, i residui di cementificazione di un vecchio ristorante, l’abbandono dell’unica spiaggia pubblica attrezzata, aree adibite a parcheggio polverose e piene di erbacce, per non parlare di tutto ciò che nel tempo è stato creato “per opera e virtù dello spirito santo”) fa da cornice a tutte quelle zone che, purtroppo, vengono utilizzate dai cittadini nel corso dei “mesi in cui ci pensa il mare”. E a tal riguardo, ferisce profondamente nel proprio intimo constatare che, invece, a qualche chilometro di distanza dalla nostra tanto amata città e territorio circostante, esistono realtà che vantano ben altro.
Del problema sanità, del futuro economico del porto dopo il carbone, dei rifiuti, della città senza una vera programmazione, delle strade ed i marciapiedi, ancorché di tutte le precarietà che hanno fatto sprofondare Brindisi negli ultimi posti della classifica di vivibilità, problemi, questi, che dovrebbero fare impensierire in maniera assillante chi di dovere, non risulta sia stata pianificata alcuna soluzione né a breve, né a medio e neanche a lungo termine.
Frattanto il tempo passa, e con esso i lauti stipendi, lasciando Brindisi, ancora una volta, turlupinata, sedotta e abbandonata dalle promesse elettorali di tanti professionisti della politica che nel corso degli anni hanno calcato la scena del teatro Brindisi.
Francesco D’Aprile