La visita di esponenti del governo e di alcuni parlamentari nelle carceri Italiane è un fatto positivo, poichè almeno per qualche giorno riporta l’attenzione su una situazione drammatica che ogni giorno che passa diventa sempre più preoccupante.
Purtroppo non servono alla causa le visite fatte in maniera approssimativa e teleguidata che non portano alla luce le tante problematiche presenti nei penitenziari che vanno dai mancati diritti ai poliziotti, alla situazione degradante dei detenuti .
Sicuramente il carcere di Brindisi in confronto agli altri penitenziari della Regione gode di una situazione meno drammatica grazie al sacrificio ed abnegazione dei poliziotti che giornalmente rinunciano ai loro diritti nonchè alla gestione da parte dei vertici del penitenziario, ma siamo costretti a precisare alcune inesattezze poiché non può passare il concetto che a Brindisi i problemi siano minori di altri penitenziari.
Il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ritiene di precisare ciò non per sterile polemica che non serve a nessuno , ma per rappresentare un quadro molto complesso, delicato e pericoloso che sembra non venire fuori dalle dichiarazioni dei rappresentanti politici compresi gli esponenti di governo.
Primo punto la capienza regolamentare: effettivamente al DAP barano con i numeri per prendere in giro i politici e l’opinione pubblica( a Bari ne portano circa 40 in più, a Trani oltre 100 in più) per cui quanto riferito dai parlamentari è corretto è cioè che la capienza, allo stato, di Brindisi è di circa 120 ristretti, mentre i detenuti presenti sono circa 200.
Detto ciò dissentiamo dalle affermazioni per cui il sovraffollamento dei detenuti sarebbe in linea con quello nazionale, poiché a Brindisi siamo al 170% mentre quello nazionale è al 125%(dati DAP).
E siamo sicuri (ci giochiamo tutto quello che i parlamentari vogliono) che i 30 posti ancora liberi non saranno occupati dai detenuti ristretti a Brindisi per far scendere il sovraffollamento, ma verranno riempiti oltre misura con detenuti della Puglia e di altre regioni, per cui arriveremo tranquillamente a 250 detenuti ed aumenteranno ancora di più le criticità del penitenziario.
Secondo punto riguarda la carenza di personale di polizia penitenziaria che effettivamente è di circa il 10% dell’organico previsto, una situazione migliore di tante altre carceri.
Però qualcuno ha dimenticato di dire ai politici che quell’organico è stato previsto in base alla capienza regolamentare dei detenuti(150), mentre allo stato con un sovraffollamento del 70% di detenuti, sarebbe necessario un ulteriore incremento di almeno 40 unità.
Qualcuno potrà pensare che il sindacato tende ad esagerare, ma non è così poiché bastava che i parlamentari avessero chiesto ai vertici dell’Istituto quanti giorni di ferie arretrate, di riposi settimanali non sono stati concessi ai lavoratori, senza dimenticare il ricorso massiccio al lavoro straordinario per far fronte alle varie emergenze.
Quest’anno a fronte di 20/25 giorni di ferie previsti dalla legge il personale di Brindisi è stato autorizzato a fruirne “solo” 12/13 giorni(che non certo basteranno alla ripresa psico fisico ed allo stess.)
Tutto cio’ costringe a turni di 8/10 ore al giorno senza fruire di riposi, chiamate continue ai poliziotti fuori servizio per far fronte alle emergenze ecc.ecc.
Per questo il SAPPE non può accettare che il sacrificio continuo dei poliziotti di Brindisi possa consentire di dire che la situazione non è preoccupante.
Infine e non certo per importanza, vogliamo segnalare la problematica inerente l’assistenza sanitaria ai detenuti che il SAPPE ha denunciato in più occasioni, anche nell’incontro avuto con i vertici dell’ASL nei mesi scorsi, ove ha chiesto che il “turismo carcerario sanitario” doveva diminuire.
Sia chiaro i detenuti devono essere curati al meglio e trasportati nelle strutture sanitarie ogni qual volta è necessario, però non accettiamo che si mandino in ospedale detenuti che vengono subito rimandati in carcere dai pronto soccorso, oppure che si costringa i poliziotti a lunghe attese poiché viene dato un codice verde.
Ogni volta che esce un detenuto dal carcere si mette in grave difficoltà la sicurezza e l’organizzazione, poiché si deve trovare il personale necessario l’accompagnamento cosa che nelle ore serali è praticamente impossibile per cui vengono sguarnite anche delle sezioni; si mette a rischio il territorio poiché è sempre possibile che possano accadere eventi critici(vedi evasione detenuto ospedale di lecce qualche tempo fa con ferimento di civili); pericolosi ingorghi presso ospedali o le strutture sanitarie.
Il SAPPE ritiene che tale precisazione era doverosa poiché si deve lavorare per migliorare il carcere , le condizioni di chi lavora e di chi è ristretto nel rispetto della costituzione, in quanto dipingere un mondo che non c’è non fa bene a nessuno.