Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Piero Gioia:
In riferimento all’articolo pubblicato in data 13.7.2024 sulla testata della Gazzetta del Mezzogiorno : “Marchionna attacca gli uffici per la gestione rifiuti” , si prende atto come il Primo Cittadino stia mantenendo l’impegno assunto tempo addietro attraverso la stessa testata giornalistica e stia implementando l’azione di verifica degli impegni contrattuali verso chi dovrebbe garantire igiene e decoro.
Per quel che appare ed emerge giornalmente, anche dagli organi di informazione, non dovrebbe essere arduo poter rilevare che la società che gestisce l’attuale servizio di igiene urbana goda ancora di un periodo per “entrare a regime” che, nonostante per capitolato sia stabilito in novanta giorni, a distanza di circa dieci mesi non vede, salvo prova contraria, l’attuazione del “piano industriale” proposto in sede di gara.
Non a caso lo stesso Primo Cittadino ed anche l’ex dirigente all’ambiente Avv. Guadalupi hanno pubblicamente affermato come la società Teorema [e/o AVR, che dir si voglia] si avvalesse di una organizzazione dei servizi di riferimento al precedente gestore [n.d.r. Ecotecnica ], una organizzazione basata su un parco mezzi, quantomeno, nel numero – tipologia – volumetria di quello indicato dall’attuale capitolato speciale di appalto [parte integrante del contratto milionario, in questi giorni ulteriormente reso ricco con una determina dirigenziale, nonostante mezzi non siano nel numero previsto e le attività non vengano fornite “a regola.d’arte”.
Qui il Primo Cittadino dovrà farsi spiegare che fine abbiano fatto le multe [dichiarate in una pubblicamente riunione € 100.000,oo] elevate dal DEC [struttura che verifica la regolarità contrattuale] ma mai applicate, come si rileva dalle determine dei canoni mensili di pubblica consultazione.
Vi è poi la recente apposizione dei sigilli ad alcune aree della nuova sede operativa di Via Majorana [probabilmente non in esercizio se fossero intervenuti a febbraio, quando fu presentata una denuncia, che indicava attività edili svolte senza permessi e/o con affissione di una cartellonistica che richiamava una autorizzazione mai ottenuta].
ARPA, che ha partecipato al sequestro, dovrebbe approfondire le attività di scavo se conformi ai disposti ministeriali rilasciati su siti risultati inquinati in falda.
Il Sindaco dovrebbe richiedere alle preposte strutture se la sede di Via Per Pandi [ex impianto di biostabilizzazione, anche questo sito oggetto di verifiche da parte di organi di controllo ed oggetto di rilevamento di varie irregolarità ambientali, ad esempio quello inerente l’inquinamento in falda, come ampiamente rappresentato da stampa e telegiornali] sia stata oggetto di tutte quelle attività di ristrutturazione e recupero che hanno indotto la Giunta Comunale a deliberare un uso di un’area a prezzi simbolici [circa 20.000,oo euro per sei mesi].
Pertanto se la volontà del Sindaco è finalizzata al ripristino dei servizi dovuti al cittadino, del rispetto di obblighi contrattuali e verifica delle somme elargite [che, tra la perplessità genererale, dovevano risultare un risparmio a fronte di una fornitura dei servizi previsti] non resta altro che da prendere atto che la misura è colma.