Le vicende di quest’ultimo periodo mi hanno trasportato molto indietro nel tempo, quando alcuni candidati alle elezioni per procurasi il consenso degli elettori regalavano solo la scarpa destra, rinviando la consegna di quella sinistra dopo i risultati elettorali.
Una prudenza dettata dalla necessità di verificare i risultati.
In questa circostanza il sindaco, ha preferito nominare solo sette assessori rinviando la distribuzione delle deleghe, la nomina degli altri assessori, compreso il vice sindaco e quant’altro riterrà opportuno, verosimilmente a dopo la votazione di fiducia in consiglio comunale.
Un’attesa, ma forse una prudenza, dettata dalla necessità di evitare colpi di testa, di far digerire ai consiglieri della sua “maggioranza”, che chi comanda, chi decide è lui, altrimenti tutti a casa se non dovessero decidere di non appoggiare la giunta in consiglio.
Queste purtroppo le caratteristiche peculiari di una amministrazione, costantemente impegnata nella soluzione di quei problemi che, con accorta prudenza e sensibilità, vengono riferiti a questioni riguardanti la visibilità, che più prosaicamente attengono alla rigorosa applicazione del manuale Cencelli. Alla “giusta”(?) spartizione degli incarichi in proporzione al proprio peso elettorale.
Il lato drammatico di questa situazione e che questa maggioranza ha legato il destino e gli interessi della popolazione brindisina ai propri umori, agli interessi di partito o di gruppo e pensa o vuol far credere, che la difesa degli interessi dei cittadini possano dipendere da un rimpasto o dall’assegnazione di un incarico, che ha anteposto gli interessi di parte, del proprio gruppo di riferimento o del singolo a quelli della popolazione.
Non credo che si possa continuare a campare o, peggio, a governare (?) minacciando i consiglieri di andare a casa, ignorando le tante inefficienze e le necessità di questa città.
Credo che il punto limite sia stato raggiunto. Occorre solo l’attestazione formale di un fallimento politico che è nei fatti, perché quelli che scuotono la maggioranza di governo della città sono la conseguenza della crisi di un progetto politico, che non è mai decollato e che vive solo nella mente di chi, dopo aver evocato una sbalorditiva meta finale, trascina stancamente la politica di tutti i giorni agitando continuamente quella illusione.
Per questo sono sicuro che nel prossimo consiglio comunale il sindaco ritroverà, almeno temporaneamente, i numeri per andare avanti, sulla base credo dell’unico elemento capace di tenerli insieme, da separati in casa e che è costituito dalla loro endemica riluttanza ad abbandonare l’indennità, le poltrone, compresa la sua.
Io non so dove finisce l’amore più volte proclamato per questa città e dove inizia l’ ostinazione nel voler andare avanti, costi quel che costi, anche se quei costi non li pagano loro, ma li pagano i cittadini.
Ho sempre pensato che questa amministrazione, questa maggioranza inconcludente non poteva servire a niente e a nessuno; mi sbagliavo, paradossalmente mi sto pian piano convincendo che qualcosa di buono questa amministrazione lo sta facendo.
Sta aiutando i brindisini a prendere coscienza della sua inadeguatezza a governare la città e a determinarli a darsi un’occasione per cambiare.
Vincenzo Albano