La visita del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a Brindisi ha rappresentato l’ennesimo schiaffo per la nostra città e per il mondo del lavoro che attende da anni risposte concrete sulla fase di decarbonizzazione dell’Enel. Il tanto atteso annuncio del governo si è rivelato l’ennesimo atto di propaganda privo di sostanza, dimostrando una volta di più l’improvvisazione e l’assenza di una strategia chiara per il futuro del nostro territorio.
Nonostante le grandi aspettative, il ministro Salvini ha deluso le speranze di lavoratori e cittadini brindisini, confermando che il governo non ha ancora un progetto definito per la chiusura della centrale Enel di Cerano. Gli accenni a un presunto piano industriale, a filiere produttive e a investimenti decennali sono rimasti vaghi e senza alcun dettaglio concreto. La realtà è che non esiste un piano industriale, non ci sono filiere e tantomeno un progetto chiaro che possa garantire una vera transizione energetica e occupazionale per il nostro territorio.
Le ripercussioni della chiusura della centrale Enel di Cerano sono già gravissime e stanno mettendo in ginocchio l’economia locale, causando una profonda crisi occupazionale. La situazione attuale sta generando una serie di effetti negativi a cascata che colpiscono non solo i lavoratori direttamente impiegati presso l’impianto, ma anche l’indotto che per decenni ha fornito supporto e servizi all’Enel. Eppure, il governo continua a fare annunci ad effetto senza contenuti, insultando l’intelligenza di una comunità che merita risposte serie e tempestive. L’atteggiamento del ministro Salvini e dei rappresentanti di Enel e Rfi presenti alla conferenza stampa è stato un esempio lampante di qualunquismo politico, senza alcuna considerazione per le reali necessità dei lavoratori e delle loro famiglie.
Non solo mancano i piani industriali, ma non sono state fornite risposte neppure sui temi cruciali dei trasporti, del porto, dell’alta capacità e dell’alta velocità. Questi settori sono fondamentali per il rilancio economico del nostro territorio, ma continuano ad essere ignorati dalle istituzioni governative. Le infrastrutture di trasporto, in particolare, rappresentano una delle chiavi per attrarre nuovi investimenti e creare posti di lavoro, ma senza un impegno concreto e piani dettagliati, rimangono solo promesse vuote.
Chiediamo al sindaco Marchionna se si ritiene soddisfatto delle risposte fornite dal ministro Salvini. La città di Brindisi merita di più che vuote promesse elettorali e dichiarazioni prive di concretezza. Urge un vero piano di reindustrializzazione che possa offrire prospettive occupazionali stabili e sostenibili per il futuro. La città di Brindisi non può più attendere: la pazienza è finita e la necessità di risposte concrete è più urgente che mai.
La CGIL di Brindisi continuerà a lottare per i diritti dei lavoratori e per lo sviluppo del nostro territorio, chiedendo a gran voce risposte concrete e interventi immediati da parte del governo. È inaccettabile che si continui a giocare con il destino di centinaia di famiglie che hanno bisogno di certezze e stabilità per il loro futuro. Chiediamo che il governo metta in campo un piano chiaro e dettagliato, con tempi certi e investimenti concreti, per garantire una vera transizione energetica che non lasci indietro nessuno, gli spot pre elettorali non ci interessano, Brindisi chiede lavoro, sviluppo e investimenti.
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Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi