Replica di SNABILP Federbiologi all’articolo pubblicato in Gazzetta del Mezzogiorno in data 23 maggio 2024:” Regione, un altro regalo alle lobby”.
Lo scorso 21 maggio il Consiglio regionale pugliese ha votato all’unanimità l’emendamento a firma Galante-Vizzino che ragionevolmente elimina il divieto della direzione sanitaria delle strutture sanitarie accreditate al personale medico ultrasettantenne. Trattasi di un veto che in Italia era stato adottato esclusivamente dalla Regione Puglia e che privava le strutture sanitarie private e accreditate pugliesi delle risorse e delle competenze più preziose in un contesto, tra l’altro, caratterizzato dalla carenza di personale medico.
Tuttavia, proprio a seguito dell’approvazione all’unanimità di tale veto, è stato pubblicato un articolo datato 23 maggio “Regione, un altro regalo alle lobby”, in cui emergono aspetti posti in evidenza non propriamente rispondenti al vero.
In primis, è stato dichiarato che nella Regione Puglia vi sarebbero direttori sanitari di cliniche private di 70,80 e 90 anni. Nelle strutture sanitarie di cliniche private pugliesi, come si potrà verificare, non vi sono 90enni in servizio. Una provocazione del tutto inutile ma soprattutto errata e che forse poco rappresenta quanto recentemente dichiarato dallo stesso Direttore Scientifico dell’Humanitas, Carlo Mantovani, immunologo di fama internazionale, che di anni ne ha 76, e che pubblicamente afferma di lavorare in una istituzione privata al servizio del pubblico.
E ancora, si parla impropriamente di regalo alle lobby, seppure la rimozione di questo veto tuteli in primo luogo i cittadini che non sarebbero privati del personale medico con maggiori esperienze e competenze acquisite nel tempo. Si parla impropriamente di lobby, pur sapendo che sono state invece tutelate proprio quelle strutture sanitarie private e accreditate pugliesi che contribuiscono a diversificare l’offerta sul mercato e ad evitare che si creino posizioni dominanti sul territorio.
L’articolo fa inoltre riferimento al Decreto legislativo del 1992 (riforma De Lorenzo) e ad un parere del Ministero della Salute, secondo cui i limiti di età non previsti ai responsabili sanitari delle strutture private autorizzate sarebbero invece previsti nei casi di strutture sanitarie private e accreditate. Anche su questo aspetto risulta opportuno ricordare quanto dichiarato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nonché dalla Corte Costituzionale.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che si è espressa proprio rispetto alla normativa della Regione Puglia, ha affermato che il limite di età massimo previsto dalla legge regionale per i responsabili sanitari di strutture sanitarie e sociosanitarie private, determina un’ingiustificata limitazione alla prestazione dei servizi professionali da parte dei medici, restringendo così l’offerta di tali servizi. Inoltre, tale misura comprimerebbe ingiustificatamente la libertà di iniziativa economica e l’autonomia gestionale delle strutture sanitarie e socio-sanitarie private. E ancora, l’Autorità ha aggiunto che tali restrizioni non sarebbero giustificate neppure nelle circostanze in cui le suddette strutture godano di un regime complementare rispetto a quello pubblico, da cui ricevono un budget per l’esercizio dell’attività. Se tale limite può essere giustificato dalla necessità di applicare un turn-over generazionale per il servizio pubblico, non garantisce tuttavia che vengano assegnati incarichi di gestione apicale a personale medico con esperienza pregressa tale da assicurare efficienza dell’attività gestionale svolta dalle strutture private.
Anche la Corte Costituzionale, richiamando tra l’altro quanto dichiarato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, si è espressa con apposita sentenza rispetto al limite di età del responsabile sanitario di struttura privata accreditata con il SSN, ritenendo legittima la deroga alla normativa nazionale sul limite di età dei responsabili sanitari per gli ambulatori privati che, proprio perché caratterizzati da una maggiore apertura al mercato e alle regole della concorrenza possono, nella scelta del direttore sanitario, adottare criteri riferiti alla professionalità e alle competenze acquisite, senza necessariamente attenersi ai limiti di età previsti per le strutture pubbliche.
Tanto premesso, si ringrazia il capogruppo del M5S dott. Marco Galante e il Presidente della Commissione Sanità Dott. Mauro Vizzino, nonché tutto il Consiglio regionale per avere in primis compreso l’importanza del tema e successivamente accolto le ragionevoli istanze delle strutture sanitarie pugliesi convenzionate e accreditate.