Quello strano silenzio sui drammi occupazionali…

Brindisi continua a fare i conti con un gravissimo problema di carattere occupazionale che sta mettendo a dura prova l’intero comparto industriale. La questione più preoccupante è ovviamente collegata alla centrale termoelettrica di Cerano, ormai ferma di fatto da settimane. Ci sono circa 350 addetti diretti che fanno riferimento all’Enel ed almeno un migliaio che ruotano intorno alle imprese dell’indotto. Allo stato attuale, come è noto, la società elettrica non ha dichiarato alcun investimento alternativo per compensare l’emorragia occupazionale. La vicenda è oggetto di attenzione da parte di un tavolo avviato appositamente dal Ministero del Made in Italy ma al momento, nonostante si stia avvicinando la definitiva conclusione del periodo in cui si può usare il carbone come combustibile, non si registrano significativi passi in avanti.
Il che significa che non ci sono garanzie per il futuro, pur nella consapevolezza che questo territorio non può essere abbandonato al suo destino dopo aver ospitato per decenni impianti ritenuti strategici per il paese, facendosi carico di un peso ambientale di notevoli dimensioni.
A questo si aggiunge la dichiarazione ufficiale del gruppo farmaceutico EuroApi che ha letteralmente messo in vendita lo stabilimento di Brindisi in quanto non più strategico per gli interessi aziendali. In questo caso sono 250 i posti a rischio, a cui bisognerà aggiungere l’indotto.
Brindisi, insomma, viene messa in ginocchio ed è anche per questo che non si giustifica questo strano silenzio da parte delle forze politiche. Probabilmente non si è ben compreso cosa potrà accadere se realmente si concretizzerà la perdita di così tanti posti di lavoro.

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no_fumo_torchiarolo

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