È mio dovere intervenire sulla vicenda che ha scosso la comunità di Brindisi nella mattinata di oggi, riguardante la manifestazione organizzata dalla CGIL contro la sospensione del Centro Antiviolenza, pilastro fondamentale nella tutela di minori e donne vittime di violenza, abusi e maltrattamenti. La decisione, disposta dall’Amministrazione Comunale per indisponibilità di spesa destinata nel bilancio, rappresenta un punto di svolta negativo nel tessuto sociale e civile della nostra città. Il Centro Antiviolenza è più di un semplice servizio alla comunità: privare la nostra comunità di un simile baluardo è un atto non solo ingiustificabile, ma profondamente dannoso, che mette a repentaglio il benessere e la sicurezza di chi non ha voce.
La manifestazione di oggi, culminata in un sit-in davanti a Palazzo di Città, è stata un chiaro segnale dell’indignazione popolare nei confronti di una decisione miope. Tuttavia, ciò che ha aggravato ulteriormente la situazione è stato il comportamento del vice sindaco Massimiliano Oggiano durante la conferenza stampa convocata questa mattina per fare chiarezza sulla querelle. L’atto di abbandonare la sala con un bacio verso i manifestanti, indipendentemente dalle intenzioni, è stato interpretato, a ragione, come una provocazione e una sfida. Tale gesto, in pieno stile “Killer’s Kiss” di “kubrickiana” memoria, va ben oltre l’inopportunità, e rappresenta una totale mancanza di rispetto e sensibilità nei confronti di un tema così grave e delicato. Pari solo a quella del consigliere Cesare Mevoli il quale, appena due mesi fa, puntava il dito contro Elena Cecchettin, sorella di Giulia, uccisa per mano dell’ex fidanzato, tacciata di sovraesposizione mediatica e paladina del “desiderio di repressione e di educazione alternativa” nei confronti degli uomini.
Prendendo le distanze da tale atteggiamento, desidero esprimere la mia ferma opposizione alla sospensione del Centro Antiviolenza e sottolineare l’importanza vitale di mantenere attivi servizi così cardinali per la salvaguardia dei diritti e della dignità delle persone più vulnerabili. Non possiamo permettere che le logiche di bilancio prevalgano sulla sicurezza e il benessere dei nostri cittadini. Chiederò pertanto di riconsiderare con urgenza questa decisione, valutando ogni possibile alternativa per garantire la continuità del servizio offerto. È nostro dovere morale e civico proteggere e sostenere le fasce più deboli della popolazione assicurando che nessuno sia lasciato solo a fronteggiare le proprie battaglie. Concludo appellandomi al senso di responsabilità di tutti gli organi dell’Amministrazione e alla comunità di Brindisi nel suo insieme: lavoriamo insieme per trovare soluzioni sostenibili che preservino e rafforzino i nostri servizi sociali, piuttosto che smantellarli. Solo così potremo costruire una comunità più giusta, inclusiva e sicura per tutti.
Roberto Quarta
Consigliere comunale di Brindisi
Fratelli d’Italia