Una sconfitta per certi versi inspiegabile e, senza dubbio, inaccettabile. Brindisi si rende protagonista di un vero e proprio suicidio sportivo e perde, forse per la prima volta in questa stagione, il supporto del suo pubblico. Il PalaPentassuglia alza decibel, voce e contesta ferocemente squadra, allenatore e società al termine dell’over-time di una folle partita letteralmente regalata a Scafati nel finale: l’Happy Casa, infatti, riesce nell’impresa di dilapidare venti punti in poco più di due minuti e trova l’undicesima sconfitta in campionato. Più che il k.o. in sé, però, sono le modalità della sconfitta a fare infuriare tutti i tifosi che, al momento del rientro della squadra nel tunnel, hanno cominciato a lancio oggetti sul parquet fischiando e sfogando tutta la frustrazione per un epilogo impensabile dopo trentasette minuti di buon basket e, soprattutto, di grande attenzione. Duro il confronto con il general manager Tullio Marino che, nel tentativo di scusarsi con i presenti, ha ricevuto la contestazione con toni decisamente accesi. Il presidente, invece, aveva lasciato il suo posto a sedere prima dell’inizio del supplementare, quando ormai l’andamento dell’incontro e la folle gestione degli ultimi possessi avevano lasciato presagire l’esito del match. Una situazione senza precedenti a Brindisi perché, mai come questa volta, la città rischia di perdere la categoria e di retrocedere inesorabilmente in A2: sul piatto della bilancia pesano le scelte effettuate dal club sia in estate – su tutte il duo Corbani e De Rycke – che a stagione in corso, nel tentativo di reindirizzare la rotta e raggiungere la salvezza. Salvezza che, con i risultati maturati sugli altri campi e a causa delle innumerevoli sconfitte biancazzurre, sembra allontanarsi sempre di più. Per la tifoseria, la sconfitta di questa sera è la goccia che fa traboccare il vaso. È contestazione, squadra e società perdono il supporto del pubblico: adesso, con questi presupposti, diventa veramente complicata.