Durante le ultime ore del giorno scorso, a Francavilla Fontana, i Carabinieri del locale Comando Compagnia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa Tribunale di Lecce-Sezione del riesame a seguito di appello proposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, nei confronti di 9 indagati, gravemente indiziati dei reati di “detenzione e traffico di sostanze stupefacenti continuato in concorso”. I provvedimenti restrittivi scaturiscono da un’attività investigativa condotta tra l’ottobre 2020 e il luglio 2021 dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana.
In particolare, i soggetti coinvolti nell’inchiesta di età compresa tra i 29 e i 55 anni, sono stati ritenuti attinti da gravi indizi di colpevolezza in relazione ad un fiorente commercio di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina, che aveva base logistica nella Città degli Imperiali e che, nello specifico, vedeva 3 soggetti francavillesi, tra cui una donna, quali fornitori all’ingrosso di quantitativi di droga, che di volta in volta variavano in base alle specifiche esigenze degli altri 6 indagati, quest’ultimi occupati prevalentemente nello spaccio al dettaglio nei confronti dei consumatori finali delle sostanze illecite. I Carabinieri, nel corso degli approfondimenti investigativi svolti sia mediante servizi di osservazione e pedinamento che con il supporto di attività tecniche di intercettazione, hanno documentato alcune decine di episodi di cessione/rifornimento di droga, per quantitativi che oscillavano tra i 50 grammi e i 950 grammi, riuscendo a filmare anche il passaggio di cospicua quantità di denaro da acquirenti a fornitori. Sia nel corso delle indagini preliminari che in seguito, nei recenti mesi, l’attenzione dei militari dell’Arma ha permesso di eseguire 5 arresti in flagranza di reato nei confronti di alcuni dei soggetti coinvolti, e di sottoporre a sequestro oltre 5 kg di droga, tra cocaina, marijuana e hashish. Come emerso dalle intercettazioni, le cessioni di stupefacente avvenivano prevalentemente all’interno dell’abitazione di tre indagati nonché in prossimità di zone periferiche di campagna e aree di sosta di strade provinciali o statali, al fine di cercare di eludere eventuali indagini nei proprio confronti e, quindi, tentare di evitare di attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, organizzando incontri riservati o comunque fugaci. Tali tentativi si sono tuttavia rilevati vani, come emerso nell’inchiesta, che ha consentito di localizzare molteplici luoghi in cui avvenivano le consegne di sostanze illecite. Tra gli arrestati, tra cui figurano anche due soggetti di Villa Castelli, in otto sono stati condotti in carcere e uno agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, al termine di un iter giudiziario che aveva reso necessaria la valutazione dei fatti da parte del Tribunale di Lecce/Sezione del Riesame, a seguito di appello del pubblico ministero avverso l’originario provvedimento di rigetto della richiesta cautelare della Procura di Brindisi da parte del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Brindisi. All’esito dell’esame degli atti anche da parte della Suprema Corte di Cassazione (adita per due volte dagli indagati), tutti i ricorsi sono stati respinti, con la conferma dell’esecutività dei provvedimenti restrittivi, sulla scorta degli elementi a carico dei soggetti e delle effettive esigenze cautelari.