CENTRO RIABILITAZIONE DI CEGLIE MESSAPICA, CAROLI (FDI): VICENDA SEMPRE PIÙ KAFKIANA, IMBARAZZANTE LE DICHIARAZIONI DEI VERTICI DELLA SANITÀ PUGLIESE

CENTRO RIABILITAZIONE DI CEGLIE MESSAPICA, CAROLI (FDI): VICENDA SEMPRE PIÙ KAFKIANA, IMBARAZZANTE LE DICHIARAZIONI DEI VERTICI DELLA SANITÀ PUGLIESE

“La vicenda del Centro regionale di riabilitazione ospedaliera di Ceglie Messapica audizione dopo audizione diventa sempre più kafkiana. Dal 2008, con delibera ufficiale della Asl di Brindisi (1164/2009), è in affidamento alla Fondazione San Raffaele e all’improvviso, dopo 15 anni, il centrosinistra che governa la Regione e quindi ha avallato queste proroghe infinite si ‘sveglia’ e chiede di internalizzare il servizio, con una proposta di legge del consigliere regionale Fabiano Amati che punta a renderlo pubblico.

“Ma nell’audizione di oggi abbiamo ascoltato dichiarazioni che fanno ben intendere come si è di fronte a un vero e proprio pasticcio:

  • il direttore di Dipartimento Salute, Vito Montanaro, ha dichiarato che l’avviso pubblico con il quale nel 2021 è stata avviata una indagine di mercato per individuare la società alla quale affidare non solo la gestione del Centro di Riabilitazione, ma anche il Centro Risvegli (il cui cantiere è stato appena avviato) serve solo a comprendere se conviene o meno alla Regione Puglia tenere la struttura privata accreditata o totalmente pubblica;
  • l’assessore alla Sanità Rocco Palese non sa neppure se la strumentazione diagnostica è di proprietà della Regione o della Fondazione San Raffaele;
  • il direttore generale Maurizio De Nuccio continuava a far riferimento ad atti compiuti dai suoi predecessori, ma ometteva di dire che il 30 agosto scorso (insediatosi solo da qualche giorno) aveva fatto visita al Centro sostenendo che si tratta di ‘un fiore all’occhiello per tutto il territorio’.

“Morale della storia non si capisce quale indirizzo politico intende dare la Regione Puglia e il voler comparare i costi (conviene non conviene, come se stessimo a comprare i fagiolini al mercato e non parlassimo di servizi sanitari essenziali) sembra una scusa per prendere tempo. È evidente che c’è altro che sfugge ai radar delle Commissioni e accordi politici che sono ancora in divenire, ma tutto questo non pu? avvenire sulla pelle dei brindisini che sono già penalizzati da una Sanità di serie B.”

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