Premiato in Francia quale migliore spettacolo del 2014, «Il Padre» approda a Brindisi giovedì 16 febbraio (ore 20.30) tra le prime tappe della produzione italiana. Prosegue intanto il percorso di alternanza scuola-lavoro sulla fotografia di scena che vede coinvolti i ragazzi del liceo artistico-musicale di Brindisi. A marzo una mostra nel teatro con i loro lavori.
Il teatro mette in scena il dramma dell’oblio. il buio dei ricordi che per nome fa Alzheimer. È una sfida «epica» quella che Alessandro Haber affronterà giovedì sera 16 febbraio (ore 20.30) al Teatro Verdi di Brindisi, in una delle prime date dello spettacolo «Il Padre». Con lui, Lucrezia Lante della Rovere (nei panni della figlia che deve seguire il padre colpito dalla malattia), Davide Sebasti, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo e Alessandro Parise, per la regia di Piero Maccarinelli. La commedia porta la firma di Florian Zeller, giovane e prolifico autore parigino, molto “rappresentato” anche in Italia (sue «La verità» e l’esilarante «Un’ora di tranquillità»), che a 37 anni ha al proprio attivo anche romanzi e sceneggiature di successo.
Lo spettacolo fa da seconda tappa al progetto di alternanza scuola-lavoro che le classi 3ª A e 3ª B del liceo artistico-musicale «Simone-Durano» di Brindisi stanno realizzando sul tema della fotografia di scena, con il tutorato della Fondazione Nuovo Teatro Verdi. Il percorso, articolato tra lezioni teoriche in classe e sessioni di scatto in teatro, sta riscuotendo l’entusiasmo e la partecipazione dei ragazzi, seguiti a stretto contatto dai docenti, che a marzo si cimenteranno nell’allestimento di una mostra fotografica all’interno del foyer del Verdi, a compimento dell’esperienza formativa.
«Il Padre», un titolo di grande prestigio internazionale, ha debuttato nel settembre del 2012 al «Hébertot Theatre» di Parigi con Robert Hirsch ed è rimasto sulle scene francesi fino al 2014, per poi essere ripreso nel 2015 dalla «Comédie des Champs-Elysées»; sempre nel 2014 si è aggiudicato il prestigioso «Prix Molières» come migliore spettacolo dell’anno. Sulla scia del successo, nel 2015 l’opera è stata adattata per il grande schermo da Philippe Le Guay col titolo «Florida». È poi arrivato a Londra al «Wyndham’s Theatre» e al «Tricycle Theatre» per approdare lo scorso anno al «Manhattan Theatre Club» di Broadway con il grande Frank Langella nel ruolo di protagonista.
Andrea è un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer.
Anna, sua figlia, che è molto legata a lui, cerca solo il suo benessere e la sua sicurezza. Ma l’inesorabile progredire della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che divide con il marito. Lei crede che sia la soluzione migliore per il padre che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita. Ma le cose non vanno del tutto come previsto: l’uomo si rivela essere un personaggio fantastico, colorato, che non è affatto deciso a rinunciare alla sua indipendenza.
La sua avanzante degenerazione getta nello sconforto i familiari, ma la penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia. Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia. La perdita dell’autonomia del padre, Andrea, cresce al punto che Anna è costretta a dover prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà.
La forza di questa pièce sta nella capacità di raccontare col sorriso e con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e confondere tempi, luoghi e persone. Con grande abilità l’autore conduce a vivere emotivamente le contraddizioni del protagonista, che perdendo a poco a poco le sue facoltà logico-analitiche e non riuscendo più a distinguere il reale dall’immaginario, trascina con grande pathos lo spettatore in questo percorso dolorosamente poetico.
«Un personaggio tragicomico – ha detto Alessandro Haber a pochi giorni dal debutto toscano dello spettacolo – che a mano a mano si scollega dalla realtà perdendo ogni riferimento. Prima sono un bambino, poi divento un modello di lucidità mentre gli altri attorno a me faticano a capire. Si ride grazie al linguaggio dell’ironia e alla fine si soffre terribilmente, insieme a me che torno bambino e piango perché voglio mia madre».
Si comincia alle ore 20.30
Durata dello spettacolo: un’ora e 40 minuti (atto unico)
Ingressi da 18 a 25 euro (ridotti da 16 a 22 euro); studenti al di sotto dei 25 anni 10 euro; ragazzi fino a 12 anni e gruppi scolastici di minimo 15 studenti 6 euro
Biglietteria online http://bit.ly/2klZDRE
Tel. (0831) 229230 – 562554