BRINDISI AFFOGA NEI RIFIUTI. E RESTA IL MISTERO DELL’AGIBILITA’ DEI LOCALI…

Così come ampiamente previsto nel momento in cui abbiamo riscontrato le difficoltà iniziali, il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città di Brindisi risulta assolutamente inaccettabile. Cumuli di rifiuti sono presenti in ogni angolo della città, a conferma del fatto che l’azienda Teorema, subentrata dallo scorso 1 ottobre ad Ecotecnica, non ha ancora organizzato nel migliore dei modi un servizio così delicato come quello dei rifiuti.

A giudicare da ciò che si osserva per le strade, la raccolta viene effettuata in più turni e questo probabilmente per l’assenza del numero previsto di mezzi a disposizione. Ce ne sono alcuni tra quelli giunti a Brindisi negli ultimi giorni, tra l’altro, che non sarebbero utilizzati in quanto destinati ad un’altra città in cui la stessa azienda effettua il servizio.

A ciò si aggiunge la mancata apertura dei centri di raccolta e questo spinge più di qualche cittadino a privarsi di rifiuti ingombranti abbandonandoli per strada o in aperta campagna. Il numero verde messo a disposizione degli utenti, il cui numero non è stato trasmesso neanche a tutti gli organi di informazione, fornisce risposte tutto sommato inutili, visto che ad oggi non è stata programmata neanche la consegna di sacchetti agli utenti, così come non vengono fornite informazioni sul ritiro degli stessi ingombranti.

Alle difficoltà legate all’effettuazione del servizio si aggiungono, poi, quelle legate ai controlli in corso, anche sulla base di iniziative di consiglieri comunali e di sigle sindacali che hanno posto una serie di problemi, a cominciare dalla necessità di accertare se il sito di proprietà comunale dove ha sede adesso la Teorema con tutti i suoi mezzi e con i locali destinati al personale è dotato della necessaria certificazione di agibilità per tale uso. Circostanza, questa, che sarebbe oggetto di una indagine penale, così come peraltro trapela, in maniera ufficiale, anche da Palazzo di Città per effetto di una richiesta formulata da personale dell’Asl proprio su delega di chi sta indagando sull’intera vicenda.

Insomma, con tutti questi elementi è assai difficile fare previsioni sui tempi necessari perché si giunga alla normalità, se mai potrà realmente accadere, visti i presupposti.

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