Chirurgia di Ostuni: dal 16 ottobre riparte l’attività. Da gennaio a giugno eseguiti 280 interventi
Ripartirà lunedì 16 ottobre l’attività del reparto di Chirurgia generale dell’ospedale di Ostuni. Già dal primo di questo mese, i tre medici dell’Unità operativa hanno ripreso servizio per la programmazione degli interventi, supportati da undici infermieri e cinque operatori sociosanitari.
L’attività chirurgica sarà svolta in stretta collaborazione con il Dipartimento chirurgico della Asl, diretto da Giuseppe Manca, per il coordinamento degli interventi operatori e per l’integrazione dei regimi di ricovero sulla base dei livelli assistenziali.
“Al momento – spiega Manca – il reparto sarà in funzione esclusivamente durante le ore diurne, ma la Direzione sanitaria della Asl, a fronte dell’arrivo di nuovi operatori, medici e infermieri, intende raggiungere l’obiettivo di attivare la cosiddetta ‘week surgery’, una modalità di gestione assistenziale fondata sulla organizzazione di quote dell’attività di degenza ordinaria elettiva, su cicli di massimo 6 giorni. Saranno eleggibili all’ingresso in week surgery – prosegue Manca – pazienti con interventi chirurgici programmabili e quindi esclusi dal circuito dell’emergenza, la cui degenza attesa è superiore alle ventiquattro ore e inferiore alle novantasei”.
In week surgery, pertanto, potranno essere eseguiti tutti quegli interventi che richiedono pochi giorni di ospedalizzazione (1-4 giorni) e verranno trattate patologie di parete, calcolosi della colecisti e patologie proctologiche.
“L’attività – aggiunge il responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia generale di Ostuni, Giovanni Loverre – era stata sospesa temporaneamente a giugno. Da metà gennaio a metà giugno sono stati eseguiti a Ostuni circa 280 interventi. Ora si tornerà ad assicurare il trattamento di patologie chirurgiche a bassa intensità di cure, consentendo di abbattere le liste di attesa e di decongestionare gli ospedali di Brindisi e di Francavilla Fontana, impiegati per il trattamento dei pazienti a media e alta intensità di cure e delle attività di emergenza”.